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Fondazione Arena, la maggioranza dei lavoratori approva il piano Fuortes

L'accordo è dunque stato raggiunto e dopo la firma delle principali sigle sindacali è arrivata anche l'approvazione da parte dei dipendenti al piano di risanamento dell'Ente lirico proposto dal commissario straordinario Carlo Fuortes

Dopo la firma delle quattro sigle sindacali Cigl, Cisl, Uil e Fials, l'accordo proposto dal Commissario Fuortes per il risanamento di Fondazione Arena, ha trovato dunque anche il beneplacito di quasi tutti i lavoratori. Le varie assemblee riunitesi ieri hanno infatti votato sì (solo 4 i voti contrari su 300 dipendenti) alla proposta che in larga parte ricalca quella bocciata nel precedente referendum di Aprile. Manca però una settimana esatta all'inizio della stagione lirica e il Commissario straordinario era stato chiaro: o la minestra o il salto dalla finestra, in altri termini o la firma o la liquidazione dell'Ente.

L'approvazione del piano di risanamento da parte dei lavoratori è dunque arrivata e ora si potrà procedere con la richiesta formale per accedere ai contributi messi a disposizione dalla Legge Bray per le fondazioni liriche in difficoltà. La scadenza per la presentazione delle domande è anch'essa alle porte, non oltre il 30 giugno. Nell'accordo approvato da sindacati e dipendenti non si fa menzione della cessazione del corpo di ballo, sarà tuttavia la stessa Fondazione a procedere con il licenziamento collettivo in modo unilaterale. A ciò si aggiungono i 52 giorni di "riposo forzato" con la sospensione di tutte le attività per il corrente anno e fino al 2018.

Questi e altri punti del piano "lacrime e sangue" per risollevare l'Ente con un buco da 24 milioni di debiti, hanno fatto parlare il Partito Democratico di veri e propri "sacrifici" imposti ai lavoratori, nella speranza che possano però effettivamente condurre a risultati produttivi ed efficaci. Così si è espresso il capogruppo Pd Michele Bertucco: "Il caldo auspicio che dunque rivolgiamo al commissario è che, una volta scongiurato il pericolo della liquidazione per la quale avevano invece apertamente lavorato il Sindaco e il precedente Sovrintendente, si passi finalmente a progettare un vero rilancio della Fondazione Arena e che si affrontino tutte le pieghe oscure del bilancio a partire dal museo Amo ad Arena Extra passando per la produttività del management”.

Sulla stessa linea anche il consigliere Eugenio Bertolotti: “Sulla carta le condizioni di questo accordo possono apparire persino più dure del precedente, ciò che fa la differenza è la credibilità di chi sta gestendo ora la crisi che ha saputo dimostrare capacità di dialogo e confronto pur in presenza di una situazione societaria molto delicata. A fronte di una eredità comunque pesante, l’iniezione di fiducia deve però contenere anche gli anticorpi contro gli sprechi e la malagestione a cui abbiamo assistito fino ad oggi affinché i finanziamenti accessibili grazie alla Legge Bray vengano effettivamente dedicati al rilancio”.

Concorde con il voler puntare sul fermo rilancio della Fondazione anche il Segretario Cittadino Lega Nord Paolo Tosato: "Ora serve un'azione di rilancio ed è evidente che l'attuale Amministrazione Comunale non ha i titoli per farsene carico. Non ha saputo farlo in questi anni, ma ha peggiorato la situazione compromettendola definitivamente. Chi non crede nel rilancio della Fondazione ma vuole promuoverne il fallimento deve farsi da parte. Ci auguriamo quindi che il Ministero proroghi il commissariamento fino all'elezione della prossima Giunta ed eviti che torni nelle mani di chi ha causato questa gravissima situazione".

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