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Fondazione Arena. Da Verona Pulita la class-action: "I tagli partano dai dirigenti"

Il piano di risanamento del commissario straordinario Fuortes trova l'appoggio di buona parte della politica veronese. Da Michele Croce però arriva la proposta di iniziare la politica di risparmio proprio dai piani alti

"Un piano duro, ma così in 3 anni l’Arena può uscire dalla crisi. L’alternativa era la liquidazione, già deliberata da consiglio", così Carlo Fuortes, commissario straordinario della Fondazione Arena, all'Ansa sul progetto di risanamento del bilancio con il quale si dovrebbero risparmiare circa 10 milioni di euro e che dovrebbe consentire di accedere ai contributi previsti dalla Legge Bray. 
Così facendo "si sono evitati i licenziamenti, non si va in Ales, ci sono i prepensionamenti previsti dalla legge". Sulla chiusura del balletto poi Fuortes ha detto: "Non c’erano alternative. Era attualmente di sole 8 unità e nella situazione attuale la Fondazione non si può permettere un vero corpo di ballo, composto almeno da 40 persone". Il commissario poi ha voluto sottolineare che non si tratta di una presa di posizione contro il mondo della danza: "A Roma l’ho difeso e portato a 70 elementi e con la direzione prestigiosa di Eleonora Abbagnato sta dando grandissimi risultati. A Verona attualmente non ci sono le condizioni". Tornando al piano di risanamento poi ha affermato: "Sono arrivato a Verona con il mandato di trovare alternative alla liquidazione e io credo che la legge Bray possa risolvere i problemi attuali sia in termini di debito pregresso che per il futuro".

"Prendiamo atto del piano di risanamento della Fondazione Arena presentato dal Commissario Fuortes, da cui si evince una cosa fondamentale: che la Fondazione si può e si deve salvare e che la stagione invernale, seppur ridimensionata, è fattibile e non, come spiegava il Presidente Tosi e il suo comitato di salvatori improvvisati, da cestinare in toto. Questo accade quando di questi temi si occupano i professionisti e non i politici e gli amici di questi ultimi. Ora Fuortes continui il dialogo costante con i lavoratori e con i sindacati".
Michele Croce, candidato sindaco di Verona Pulita, dopo essersi confrontato con i comitati che si battono per il futuro della Fondazione, sprona il Commissario Fuortes a continuare con tagli ragionati, a partire dai dirigenti: "Su una cosa mettiamo in guardia Fuortes: tagliare il corpo di ballo per risparmiare 300mila euro è dare un colpo ad una delle punte di diamante della Fondazione: come si può ricostruire tagliando ciò che porta utile? Per il resto sono sicuro che i lavoratori accetteranno i sacrifici, ma quello che mi chiedo è: perché non si inizia a tagliare i posti di lavoro e gli stipendi dei dirigenti che hanno lavorato, deciso e operato sotto l'egida Tosi-Girondini? Come Verona Pulita siamo ai dettagli per la presentazione di una class-action contro tutti coloro che hanno avuto responsabilità nel portare la Fondazione ad un passo da precipizio e hanno pure provato a spingerla".

I sindacati quindi, che presto torneranno a sedersi al tavolo con il commissario straordinario, sembrano aver trovato un prezioso alleato per salvare il maggior numero possibile di lavoratori e magari per provare ad evitare il part-time verticale. 

Più ottimismo da parte dei consiglieri comunali del Partito Democratico Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti, che cercano di guardare al futuro dopo la cura. 

"È assolutamente positivo che il commissario, preso contatto con la realtà della Fondazione Arena, abbia intravisto la possibilità di una via d’uscita, smentendo seccamente chi sosteneva che ormai non c’era più niente da fare al di fuori della liquidazione coatta.
Per quanto amara possa apparire la medicina, la proposta del Commissario segna comunque la ripresa di un confronto che guarda più avanti dell’imminente stagione estiva confermando l’unità del teatro veronese (seppure con la stagione invernale in termini ridotti) e rilanciando il tema delle sinergie con i teatri del Nordest su cui il Pd insiste da anni.
È insomma chiara la volontà di traghettare la Fondazione fuori dalle secche delle gestione Tosi-Girondini, il prezzo da pagare dipenderà in larga misura da quanto ciascuno dei soggetti in campo (Comune e politica, lavoratori e sindacati, aziende e forze economiche) sarà disposto a fare la propria parte per il rilancio".

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