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Fondazione Arena. Verona Domani si schiera al fianco dei lavoratori

Stefano Casali e Marco Zandomeneghi lunedì hanno incontrato i rappresentanti della categoria: «Auspichiamo che anche altri gruppi politici seguano il nostro esempio, manifestando anche loro vicinanza e solidarietà»

«No assoluto a qualsiasi forma di privatizzazione, massimo sostegno e vicinanza da parte nostra ad una categoria di lavoratori che rappresentano un patrimonio umano e professionale unico nel panorama artistico italiano, ottimizzazione delle spese della governance e rilancio delle programmazione su scala mondiale».
Questi in sintesi alcuni degli argomenti trattati nel corso di un affollato e sentito incontro tenutosi lunedì tra i rappresentanti di Verona Domani e una nutrita rappresentanza dei lavoratori della Fondazione Arena. Erano presenti Stefano Casali e Marco Zandomeneghi, rispettivamente consigliere regionale e fondatore di Verona Domani e capogruppo in Consiglio Comunale.

«Un momento di confronto che abbiamo fortemente voluto e condiviso con i lavoratori della Fondazione, perchè convinti che in questa vicenda la politica abbia precise responsabilità e doveri, non soltanto nei confronti di questi lavoratori, ma di tutta la città di Verona – hanno detto Casali e Zandomeneghi –. Un incontro utile e costruttivo che come gruppo politico di maggioranza abbiamo ritenuto doveroso e assolutamente necessario. Auspichiamo che anche altri gruppi politici seguano il nostro esempio, manifestando anche loro vicinanza e solidarietà a questa categoria di artisti, tecnici e amministrativi che rappresentano la vera essenza della Fondazione Arena, una delle 14 fondazioni statali. Siamo altresì convinti che i fondamentali economici della stessa siano solidi e con potenzialità eccellenti. Le possibilità di incassi sono infatti tra le più alte d’Italia ed il costo del lavoro è competitivo. Si possono senz’altro aumentare le alzate di sipari con accordi e strategiche partnership territoriali in tutto il nordest e con teatri locali. Prima di ogni inaugurazione fieristica si potrebbero organizzare spettacoli ed eventi, che sarebbero senz’altro apprezzati da molti operatori e visitatori. Tra l’altro, più sono le alzate di sipario, maggiore è il punteggio Fus, con tutti i benefici derivanti. È assolutamente indispensabile programmare un concreto rilancio promuovendo una programmazione almeno triennale in grado di esportare il format areniano a livello mondiale e televisivo, cosa che ad oggi non ci risulta sia stata fatta. I lavoratori hanno fatto gravi sacrifici non ricevendo stipendi per mesi e facendo risparmiare alla fondazione ben 12 milioni di euro in tre anni – hanno sottolineato i 2 rappresentanti di Verona Domani -. Non è chiaro se anche la dirigenza, cosa che appureremo, abbia fatto lo stesso rinunciando alle loro indennità, tenuto conto che gli stipendi di queste figure variano dalle 80 mila alle 150 mila euro all’anno. Cercheremo inoltre di capire a quanto ammontano gli emolumenti relativi all’extra lirica per verificare se vi siano possibilità di sviluppare ulteriori forme di risparmio».
Casali e Zandomeneghi hanno infine ribadito durante l’incontro l’assoluta e ferma contrarietà a qualsiasi forma di privatizzazione della Fondazione: «Neanche da prendere in considerazione. Nelle prossime settimane i lavoratori saranno ascoltati in Regione Veneto, un fatto senz’altro importante e utile, che ha l’obiettivo di rilanciare, anche a livello regionale, questa meravigliosa realtà che rappresenta un motivo di orgoglio per tutti i veronesi. Speriamo che lo sciopero possa essere da spunto per sottoscrivere un accordo condiviso per questo patrimonio unico al mondo. Come più volte abbiamo detto, i teatri senza artisti sarebbero solo mura».

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