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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Valverde / Via dei Mutilati

Fondazione Arena. Croce: "Mi è stato impedito di assistere all'assemblea"

Il candidato sindaco di Verona Pulita voleva partecipare, come già fatto in passato, alla riunione dei lavoratori che per il momento hanno accantonato l'ipotesi dello sciopero

Respinto all'uscio. Michele Croce, candidato sindaco del movimento Verona Pulita, non ha potuto portecipare all'assemblea dei lavoratori della Fondazione Arena, organizzata al Teatro Filarmonico per ieri, 9 agosto. "All'ingresso del teatro - ha raccontato Croce - una persona, qualificatasi come addetto alla sicurezza, mi ha negato l'accesso, dicendo di avere avuto indicazioni di non farmi entrare".

"Sono amareggiato per quanto accaduto, mi aspetto che il commissario Fuortes mi dia delle spiegazioni sul perché prima ero il benvenuto mentre adesso sono nella black-list. Ringrazio i lavoratori che hanno cercato in tutti i modi di farmi entrare, minacciando di rimanere anche loro all'esterno del teatro". ha dichiarato a caldo Michele Croce, che quindi non ha potuto assistere alla riunione, come invece aveva potuto fare in altre occasioni. Durante l'assemblea i lavoratori hanno deciso di non proclamare ancora lo sciopero del corpo di ballo per la rappresentazione dell'Aida in Arena del 14 agosto. Comunque sono state concordate azioni di protesta per provocare ritardi agli spettacoli e per coinvolgere gli spettatori nella lotta contro il piano di risanamento formalizzato dal commissario Carlo Fuortes. In ogni caso, l'arma dello sciopero non è stata del tutto scaricata dai dipendenti della Fondazione Arena, che vogliono salvare il corpo di ballo dal taglio definitivo.

E Michele Croce potrebbe essere stato respinto all'ingresso del Filarmonico anche per una sua presa di posizione contro la recente conversione in legge del decreto sulle fondazioni liriche. Un decreto che per il candidato di Verona Pulita "colpisce i lavoratori delle fondazioni con il taglio del contratto di lavoro aziendale in caso di passivo d’esercizio economico, senza che ne siano loro responsabili. Per rimanere fondazione e non essere declassati a teatro lirico, e questo pare il destino della Fondazione Arena, bisogna dimostrare il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario, della capacità di autofinanziamento e di reperimento di risorse private a sostegno dell’attività, della realizzazione di un numero adeguato di produzioni e coproduzioni, del livello di internazionalizzazione, della specificità nella storia e nella cultura operistica e sinfonica italiana. Ovvero se si ha l'appoggio della lobby giusta si rimane Fondazione, mentre se si è, magari, in contrapposizione con l'Amministrazione comunale che ha nominato un sovrintendente disastroso e commissariato, probabilmente si farà fatica a trovare sponsor privati in città. E mentre a Verona il Partito Democratico si straccia le vesti per i lavoratori della Fondazione Arena, a Roma tutti e quattro i deputati del PD, Alessia Rotta, Diego Zardini, Vincenzo D'Arienzo e Gianni Dal Moro hanno votato a favore della conversione in legge del decreto che ha come fine quello di privatizzare le fondazioni".

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