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Tosi spacca la Lega padovana e FI: "Veneto laboratorio politico per il centrodestra"

Nella trasmissione DiMattina su Rainews24, il sindaco scaligero auspica il sostegno di Raffaele Fitto, che sta rompendo con Berlusconi, tant'è che la diaspora dei suoi simpatizzanti è già iniziata

"Qualsiasi candidato auspica che qualcuno lo sostenga e la speranza che Raffaele Fitto mi sostenga c'è, dal momento che esiste anche un rapporto di amicizia che prescinde dalla politica e abbiamo avuto modo di incontrarci spesso", queste le parole di Flavio Tosi pronunciate alla trasmissione DiMattina condotta su Rainews24 da Roberto Vicaretti e riportate da L'Arena. In studio c'erano anche Fabrizio Rondolino di Panorama e Antonella Rampino della Stampa, per discutere di una questione tanto delicata quanto forse oscura come quella delle alleanze in vista delle prossime elezioni regionali. Se Salvini e Berlusconi infatti hanno trovato l'accordo per il sostegno di Zaia, il Cavaliere ora deve affrontare la spaccatura in seno a Forza Italia, causata da Raffaele Fitto e i suoi simpatizzanti, ansiosi di raggiungere il sindaco di Verona. 

Tosi poi prosegue dicendo che "Ci sono persone vicine a Fitto che stanno dialogando con me e spero che questo possa rafforzare l'esperimento Veneto: la creazione di un nuovo schieramento politico di centro e centrodestra che rispecchia la tipica espressione popolare veneta, mentre Zaia è invece visto come il candidato di Salvini" e aggiungendo che il Veneto si sta mostrando "un laboratorio politico che potrà dare indicazioni importanti a livello nazionale". Sulla vittoria finale il primo cittadino scaligero si limita a dire che mancano "due mesi di campagna elettorale e i fattori sono tanti... In Emilia Romagna era andato a votare un elettore su tre e l'astensionismo è un dato che incide tantissimo. Poi c'è anche la questione della spaccatura nella Lega dopo che Salvini ha commissariato la Liga Veneta ed espulso il segretario che, dopo 25 anni di militanza, da uomo libero si candida... Ma fino a qualche settimana fa non c'era sicuramente questa prospettiva, per questo, da buoni ultimi, partiamo adesso con simboli, liste e candidature". Sul suo allontanamento dal partito che ha sostenuto per 25 anni, Tosi dice che è dovuto al fatto che "ero rimasto l'unico ostacolo alla strategia di Salvini, ero il capo della minoranza interna e ora Salvini sta gestendo il partito in modo dittatoriale, è come se dicesse: la Lega è mia e faccio quello che voglio. Ma la Lega di Salvini è il contrario della Lega autonomista e federalista di Bossi. Alleandosi con la Le Pen, la Lega è diventata centralista e nazionalista. In questa Lega non mi riconosco più". Il sindaco poi va avanti dicendo che se si vuole costruire una vera alternativa a Renzi, il centrodestra deve superare i personalismi, in caso contrario non sarà possibile battere il centrosinistra. 

Intanto il Corriere di Verona da notizia che le speranze del sindaco veronese si sono avverate. La Lega padovana infatti si frantuma e vede diversi suoi esponenti spostarsi nelle file del "ribelle" Tosi. Così dopo l'assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte, cambiano schieramento il segretario Gerry Boratto, il responsabile organizzativo Giacomo Rodighiero, i membri del direttivo Enzo Andretta, Valter Pravato, Luca Littamè, Alessandro Paiusco.
Intanto Fitto dalle pagine del Corriere mercoledì aveva tuonato "Se costretto, mi alleo con Tosi in Veneto". Poi la voce insistente di un rinnovato accordo con Berlusconi, smentito però sul Corriere.it dalla veronese Cinzia Bonfrisco: "Non è vero che è stato chiuso un accordo - ha detto dopo aver incontrato Fitto - c’è una discussione ancora in atto in Campania e in parte anche in Veneto. Raffaele farà le sue valutazioni, ma nessuno imporrà nulla a nessuno. Io pongo due questioni irrinunciabili: la rovinosa spaccatura della Lega che mette a rischio la vittoria del centrodestra; il fatto che Forza Italia verrà schiacciata da due caterpillar, la lista Zaia e la lista Tosi. Io chiedo un moto di dignità politica. Il voto di Verona sarà esiziale, chiedo il massimo riconoscimento alla città che vive la contesa più accesa, ovvero la vicepresidenza a un veronese nel caso vinca Zaia". Alla fine però sia lei che Padrin non sembrano intenzionati ad abbandonare il Cavaliere. 
Altra storia per Moreno Teso e Renzo Marangon. Il secondo assicura che non si ripresenterà per coerenza ma se dovesse dare una mano a qualcuno lo farà a favore del sindaco scaligero. Il primo invece ha deciso di passare sotto l'egida di Flavio Tosi. 

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