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Collettore del Garda, Rotta e Zardini: «Ora serve fare subito il progetto e i lavori»

I deputati veronesi erano presenti oggi alla firma del protocollo di intesa a Lazise

«Procedere velocemente alla redazione del progetto definitivo per il nuovo collettore del lago di Garda». Lo hanno chiesto i deputati veneti Alessia Rotta e Diego Zardini oggi a Lazise, dove c’è stata la firma dell’accordo di programma tra Ato e Provincia di Verona per la realizzazione della nuova opera a salvaguardia del lago.

«Oggi il lavoro dei governi precedenti del Pd è stato oggetto di apprezzamento, fatto lodevole ancor più perché non di moda, la giornata di oggi a Lazise giunge dopo un lunghissimo lavoro dei parlamentari veronesi», hanno affermato i deputati scaligeri Rotta e Zardini.

«Non obbligato da alcuna legge, - hanno poi aggiunto i due esponenti Dem - il governo Renzi prima e Gentiloni poi, stanziò 100 milioni di euro per la tutela del lago di Garda, con la collaborazione della unità di missione sul dissesto idrogeologico. Al di là dei finanziamenti e dell’opera, comunque fondamentale, - hanno quindi concluso l'On. Rotta e l'On. Zardini - la cosa più importante è che il Garda sia stato messo al centro della politica nazionale. Ora si proceda veloci verso il progetto definitivo, per iniziare presto i lavori. Su questo noi offriamo la nostra collaborazione trasversale e incondizionata».

La firma del protocollo d'intesa è avvenuta nell'ambito del convegno promosso dall'Azienda Gardesana Servizi e Acque Bresciane che aveva quale tema la rilevanza del nuovo collettore del Garda per la tutela dell’ambiente a livello comunitario. «Riteniamo infatti – aveva in precedenza sottolineato Angelo Cresco, presidente di AGS – che migliorare la qualità delle acque del Garda, garantendo una miglior depurazione, non significa solo difendere e tutelare l’ambiente del nostro lago, ma vuol dire incidere sulla qualità ambientale di un territorio molto più ampio. Le acque del Garda, infatti attraverso il Mincio, entrano a far parte del bacino del Po e poi sfociano nell’Adriatico».

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