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Filobus, i dubbi di Salemi: «Quale contributo dalla Regione Veneto nella gestione?»

«Per il filobus deve essere previsto un contributo chilometrico ad hoc, - spiega la vicecapogruppo Dem - come avviene per Padova e Venezia. L’amministrazione veronese deve chiedere che non si vadano a intaccare le quote di servizio della restante rete di bus»

«Il filobus deve viaggiare nella massima trasparenza: dunque sì ai tavoli tecnici, ma si diano risposte chiare ai cittadini sulle scelte che si sono fatte e che si faranno. Sono passati più di dieci anni da quando è nato il progetto del filobus e di cose ne sono cambiate tante. Per questo è fondamentale chiedere alla Regione le garanzie sulla sostenibilità economica della gestione del filobus, che si poggia in maniera determinante sui contributi regionali al trasposto pubblico locale. Per evitare nuovi ostacoli o sorprese, è necessario mettere subito in chiaro a quanto ammonta il contributo euro/km e come Venezia intenda gestire il contributo adeguato alla gestione del sistema».

Così si è espressa la vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale Orietta Salemi, spiegando i contenuti dell’interrogazione depositata giovedì 18 luglio in Consiglio sulla previsione del contributo chilometrico da destinare al trasporto filoviario di Verona. Il documento è stato sottoscritto anche dal capogruppo Pd Stefano Fracasso e dalla consigliera dem Anna Maria Bigon.

«Le nostre richieste sono chiare e ci aspettiamo risposte altrettanto chiare. - sottolinea la prima firmataria Orietta Salemi -. Quale sarà il contributo destinato al trasporto filoviario di Verona? Secondo: il numero di chilometri percorsi dal filobus andrà a incrementare il numero complessivo di chilometri finanziati per il trasporto pubblico locale della città oppure sarà ricompreso nel totale già assegnato? Si tratta di un aspetto dirimente per una gestione sostenibile di un’opera che cambierà in maniera sostanziale la mobilità di Verona. Il Piano economico finanziario (PEF) del sistema di trasporto rapido di massa veronese risale al 2009 e prevede un canone annuo di gestione pari a 2.750.000 euro. Le condizioni gestionali previste allora, - sottolinea ancora Salemi - erano però completamente diverse da quelle attuali in quanto la Provincia di Verona ha messo a gara il servizio di tutto il bacino del trasporto pubblico veronese, proponendo un appalto diviso in più lotti, uno per il trasporto urbano, uno per il trasporto extraurbano e uno per il filobus. I lavori per quest’ultimo sono partiti, non senza disagi evidenti in varie parti della città e denunciati per l’inadempienza e l’approssimazione della Giunta Sboarina, che non si prende cura di affrontare gli interrogativi fondamentali legati al progetto, lasciando aperti  molti nodi, tra cui quello di rilevanza fondamentale: il rapporto con la Regione Veneto».

Da qui dunque la decisione di presentare l’interrogazione inoltrata in Giunta dalla vicecapogruppo dem in Consiglio regionale: «Per il filobus deve essere previsto un contributo chilometrico ad hoc, come avviene per Padova e Venezia, città dotate di tranvia. Le indicazioni dei piani prospettici di servizio prevedono per il filobus 1.600.000 chilometri di esercizio: l’amministrazione veronese deve dunque chiedere che non si vadano a intaccare le quote di servizio della restante rete di autobus il cui valore in esercizio urbano nel 2018  ha avuto una corrispondenza in euro di 17.799.000. Ci auguriamo - conclude Salemi - che Sboarina abbia chiara consapevolezza di quanto valga questa partita per l’efficacia del sistema filobus».

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