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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Filobus, Bertucco: «Anche chiusi i cantieri, ci resta un progetto vecchio»

Il tira e molla tra Amt e Ati, concluso con un accordo, è stato descritto come un harakiri dell'amministrazione comunale dal parlamentare PD D'Arienzo. E Michele Croce scrive al sindaco

È arrivata anche la sentenza del Tar a mettere il sigillo sulla tregua tra Amt, l'azienda controllata dal Comune di Verona responsabile del progetto filobus, e l'Associazione temporanea di imprese (Ati) che aveva vinto il bando per realizzare l'opera. L'Ati, infatti, aveva presentato un ricorso contro la decisione unilaterale di Amt di porre fine all'attuale contratto per riappaltare i lavori. Amt e Ati sono poi riuscite a trovare un accordo e quindi il ricorso è diventato improcedibile per il Tar.

Chiusa dunque la parentesi giudiziaria, in mano ad Amt ed al Comune resta un'intesa che prevede la chiusura degli attuali cantieri del filobus entro il 14 maggio, con l'Ati che si occuperà dei lavori. Un'intesa che ha soddisfatto l'amministrazione comunale, ma non le forze di minoranza. «Non è tutto risolto - sostiene Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune - A metà maggio ci ritroveremo con il vecchio progetto del filobus del 2012, che non prevede nessuna delle migliorie da mesi oggetto della propaganda dell'amministrazione. Parliamo, ad esempio, dello sdoppiamento del tracciato tra Viale Spolverini e Via Pisano, della soluzione alla strettoia di Via San Paolo, dei nuovi mezzi full elettric. E nel progetto è prevista inoltre l’unificazione dei sottopassi in Via Città di Nimes, su cui lo stesso sindaco aveva sollevato dubbi sulla sua fattibilità».

Il parlamentare veronese del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo ha invece parlato di «harakiri dell'amministrazione Sboarina», che attraverso Amt prima straccia l'accordo con l'Ati e poi si riaccorda con la stessa. «Credo che l'abbia fatto perché avrebbe perso tutti i ricorsi che le imprese avevano presentato e che avrebbero costretto il Comune a versare penali milionarie - ha detto D'Arienzo - Questo dimostra quanto debole e inutile fosse la sua scelta di risolvere i contratti stipulati. Il problema è che quella mossa ha fatto perdere altri mesi di tempo, con gravi disagi per i veronesi a causa dei cantieri ancora aperti».

Disagi che sono al centro delle critiche dei comitati cittadini contrari al filobus e del leader di Prima Verona Michele Croce, il quale ha tenuto il conto dei giorni in cui i cantieri del filobus sono rimasti fermi. Un conto che ha superato le 220 giornate. Per questo, Croce ha inviato una lettera al sindaco Sboarina in cui si legge che «il filobus è un'opera inutile per il trasporto, costosa e obsoleta» e che «l'abbandono di decine di cantieri stradali pubblici in tutta Verona» ha provocato «pericolo per le persone e gli automobilisti, sporcizia dei luoghi e degrado dei quartieri».

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