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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Protesta tricolore in segno di solidarietà agli alpini: la bandiera italiana appesa sulla porta della Soprintendenza

Massimo Giorgetti: «Ci si può confrontare su tutto parlando di decoro e tutela della Bra, ma gli alpini non sono dolciumi, mercatini e plateatici». Zavarise: «In questa vicenda si registra anche una mancanza di rispetto verso il volontariato veronese»

«Un gesto simbolico per esprimere la mia indignazione, prima di tutto come semplice veronese oltre che da alpino e politico». Così Massimo Giorgetti, esponente veronese di Fratelli d'Italia, spiega l’affissione di un tricolore sulla porta della Soprintendenza di Verona. «Ci si può confrontare su tutto parlando di decoro e tutela della Bra, ma gli alpini non sono dolciumi, mercatini e plateatici. - puntualizza lo stesso Massimo Giorgetti - Sono solidarietà e valori. Un monumento fatto di esempi, storia, sangue e solidarietà. Negare un bagno nelle luci tricolori e la possibilità di illustrare la loro storia e la loro attività a tutta piazza non può essere considerato un atto di tutela monumentale. Sono indignato - conclude Massimo Giorgetti - dalla scelta del sig.Tinè e dalla sudditanza che Tommasi sta dimostrando su questo argomento. Spero che la mia provocazione possa riportare entrambi nel mondo reale».

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Non si placa insomma la polemica suscitata dalla decisione della Soprintendenza di Verona di negare l'illuminazione tricolore dell'Arena in occasione della festa per i 150 anni dalla fondazione delle truppe alpine. L'Ana Verona ha manifestato rammarico ed ha spiegato di dover anche rinunciare alla "Cittadella Alpina" in piazza Bra sempre per via delle restrizioni previste e delle disposizioni che avrebbe ricevuto con scarso preavviso. In merito nelle scorse ore sono giunte anche le scuse da parte dell'assessora alla Sicurezza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi, ma al contempo è montata la polemica politica che ha coinvolto tanto il sovrintendente Tiné quanto il sindaco Tommasi e la sua Giunta. 

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Dopo le parole di Alberto Bozza, quelle di Stefano Valdegamberi ed il gesto simbolico di Massimo Giorgetti, anche il consigliere comunale di Verona Paolo Rossi e l'assessore alla Protezione civile del Comune di Pescantina, Nicolò Rebonato, hanno diramato una nota nella quale affermano: «Centocinquant'anni di storia cancellati da una scelta inspiegabile compiuta dalla Soprintendenza avvenuta in corrispondenza del tiepido intervento del sindaco di Verona. Chiediamo per questo un intervento urgente e convinto del sindaco Tommasi a difesa dell’Ana sezione Verona e di tutti i suoi soci che da sempre si dimostrano in prima linea al servizio del prossimo». 

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Non meno accalorata è stata la presa di posizione del consigliere comunale della Lega a Palazzo Barbieri Nicolò Zavarise, il quale in una nota sentenzia: «La Verona dell’amministrazione di sinistra è quella che mette il cappello sul Gay Pride, "benedetto" di persona dal sindaco Tommasi, e che invece trova il modo di oscurare la festa del corpo degli alpini, rovinando la celebrazione dei 150 anni sulla base di discutibili indicazioni arrivate dalla Soprintendenza. Una mancanza di rispetto inaccettabile verso un corpo eroico che è simbolo dell’identità nazionale, da sempre composto da persone in prima linea nella difesa e nel soccorso delle comunità, vedi l’impegno durante la pandemia o l’attività di protezione civile».

Lo stesso consigliere comunale leghista quindi aggiunge: «In questa vicenda si registra anche una mancanza di rispetto verso il volontariato veronese. Perché costringendo gli alpini ad annullare la "Cittadella" in Bra, di fatto, si impedisce a tutte le associazioni che avebbero partecipato all’evento di promuovere le molteplici attività messe in campo in favore della comunità, togliendo quindi risorse e banalizzando la passione e l’impegno di migliaia di persone», conclude il consigliere comunale della Lega a Palazzo Barbieri Nicolò Zavarise.

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