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"Faccetta Nera" in radio: astensione di Lista Zaia, Lega e FI sulla mozione, Donazzan "salva"

La mozione di riserva contro l'assessore al lavoro e all'istruzione del Veneto è stata discussa in Consiglio regionale, ma non è passata. Voto contrario di Fratelli d'Italia, mentre il resto della maggioranza si è astenuta

La mozione di riserva discussa in Consiglio regionale contro l'assessore al lavoro e all'istruzione del Veneto, Elena Donazzan, dopo il caso della canzone fascista "Faccetta nera" cantata alla radio, non è passata, come riportano i colleghi di PadovaOggi. A determinare il risultato è stata l'astensione compatta della Lega, della Lista Zaia Presidente e di Forza Italia, mentre Fratelli d'Italia ha votato contro. L'assessore Donazzan ha più volte ribadito in aula le proprie scuse, sottolineando che «accade nella vita di sbagliare».

Arturo Lorenzoni

«Abbiamo presentato la mozione di riserve nei confronti dell’assessore Donazzan perché il Consiglio regionale esprimesse una posizione in merito alla sua inammissibile uscita, senza se e senza ma. Mi rammarica che il presidente Zaia non abbia partecipato ai lavori, evidentemente non ritiene importante il confronto in aula». Così il Portavoce delle opposizioni, Arturo Lorenzoni, durante la discussione sulla stessa mozione, presentata nei giorni scorsi da undici consiglieri. «Questo luogo – ha affermato – è istituzionalmente deputato alla discussione e alla difesa delle proprie decisioni. Spiace constatare che, ancora una volta, il presidente abbia preferito rimanere protetto dietro ad una comunicazione a senso unico, priva di contraddittorio».
«Abbiamo ricevuto un’eredità importante dalla generazione che, dopo la seconda guerra mondiale, ha ricostruito l’Italia sulla base di un patrimonio di valori alti e nitidi – ha continuato Lorenzoni - radicati nella democrazia e contrari alle limitazioni della libertà, alla dittatura e a qualsivoglia discriminazione. Oggi tale eredità è nelle mani di ciascuno di noi, ma soprattutto in chi ricopre cariche elettive e ha la responsabilità dell’educazione nella nostra Regione. Per questa responsabilità che ci ha lasciato la generazione costituente non possiamo tacere di fronte ad atteggiamenti accondiscendenti verso il regime fascista, come verso qualsivoglia regime totalitario».

Movimento 5 Stelle

«Le scuse dell'assessore sono tardive, ma non è questo il punto. Il consiglio regionale doveva prendere le distanze dalle sue affermazioni. Invece non l'ha fatto». Così ha commentato la consigliera regionale Erika Baldin (Movimento 5 Stelle). «La Lega ha scelto di non scegliere, l'astensione sul caso Donazzan è la cosa più grave. Nessuna condanna ufficiale, dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi da parte degli esponenti leghisti che, evidentemente, sono ben contenti di sacrificare le proprie convinzioni sull'altare degli equilibri della Giunta Zaia».

Europa Verde

«È grave che la maggioranza consiliare si sia astenuta dopo aver espresso in Aula le proprie riserve sul comportamento dell'Assessore Donazzan». Così la Consigliera Cristina Guarda (EV) interviene sulla votazione in aula sulla mozione di riserve. 
«Alle posizioni di condanna espresse nel corso del dibattito consiliare sui gravissimi orrori del Fascismo in Italia e all’estero, è invece conseguita l'astensione al momento del voto. Insomma, un mero rimbrotto sulla scorta delle scuse presentate dall'Assessore: l’unità politica tra Lega e Fratelli d’Italia a livello nazionale, in un’epoca di crisi di governo, vince, evidentemente, ogni contraddizione.
Al di là delle scuse espresse dall'Assessore, che costituiscono il mimino essenziale di fronte allo scivolone su Faccetta nera, si è deciso, ancora una volta, di soprassedere, come si è soprasseduto in passato su analoghe dichiarazioni. Un'occasione persa, per la maggioranza, per dire finalmente che la democrazia non può e non deve essere velata da fascismi vari, specie in un contesto politico internazionale turbato dal tentato golpe di Trump e dall'arresto degli oppositori politici di Putin. Per questo ho votato sì.
Apprezzo l'Assessore abbia accolto la richiesta di porgere pubblicamente in Aula le proprie scuse e spero che questa sia l'ultima dichiarazione nostalgica di cui si fa protagonista. Infine, dico poi ai vigliacchi colpevoli della minacce pervenute all'Assessore Donazzan, verso cui esprimo la mia forte solidarietà, che quelle minacce sono la manifestazione della stessa sostanza di cui è composto il fascismo: la violenza, che è da rigettare ora e sempre».

Partito Democratico

«Serviva una presa di posizione forte che non c’è stata, così come sarebbe stata opportuna la presenza di Zaia. Un’assenza che non mi stupisce poiché che non lo vediamo mai, ma sarebbe stato un segnale importante, insieme al voto favorevole della maggioranza, per dire che il fascismo è bandito da quest’aula». È quanto ha dichiarato Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico.
«Quella canzone rivela il volto del fascismo a 360 gradi: non solo violenza e razzismo, ma anche sessismo. Torture, stupri, percosse che il regime ha commesso sistematicamente sulle donne anche in Italia e qua in Veneto. L’assessore si è limitata a scuse generiche, senza una condanna netta di quel periodo, il più buio della storia d’Italia. E così, di fatto, si è comportata la maggioranza, scegliendo di astenersi sulla mozione».

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