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Dopo il caso "Faccetta Nera", Donazzan oscurata sui social network

«Mi hanno imbavagliata», è stato il commento dell'assessore regionale del Veneto, di cui si chiedono le dimissioni. Ma da quell'orecchio, Zaia non ci sente

«Il tuo account è soggetto a restrizioni. I tuoi post precedenti non rispettavano i nostri standard della community, pertanto non puoi pubblicare contenuti o commentare». Questo il messaggio ricevuto nel tardo pomeriggio di ieri, 11 gennaio, dall'assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, a cui è stato impedito di interagire su Facebook. «Mi hanno imbavagliata - è stato il commento dell'assessore - Avrei voluto archiviare questa surreale vicenda con un post, poi trasformato in comunicato stampa, ma non è stato possibile».

La vicenda a cui Elena Donazzan fa riferimento è quella che le ha provocato una valanga di critiche, a cui si sono anche aggiunti insulti e minacce. Partecipando alla trasmissione radiofonica La Zanzara, l'assessore ha intonato la canzone del 1935 "Faccetta Nera", un brano strettamente legato alle guerre coloniali del periodo fascista. Un episodio per cui Elena Donazzan, a modo suo, si è scusata, pur non potendo utilizzare i social network per diffondere il suo messaggio.

Per lei e per il presidente del Veneto Luca Zaia la questione è conclusa, nel senso che Zaia ha ribadito che non intende togliere l'assessorato alla Donazzan. Non è invece chiusa per la deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta, secondo cui «i tentativi di Zaia di far apparire moderata la sua coalizione di governo falliscono miseramente di fronte a queste esibizioni di intollerabile revisionismo storico». Ed anche le associazioni studentesche del Veneto (Donazzan è assessore all'istruzione) chiedono a Zaia di ripensarci di togliere la Donazzan dalla giunta. «Mentre le scuole sono nel caos, anche per colpa sua, Elena Donazzan ha addirittura tempo da sprecare per esaltare il ventennio fascista - ha dichiarato Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete studenti Medi del Veneto - L'istruzione dovrebbe sostenere i valori della nostra costituzione, democratica e antifascista».

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