rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Borgo Trento / Lungadige Attiraglio

Eutanasia legale, Pasetto: «Norma giusta e umana». Ma il referendum viene bocciato

La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito. Doccia gelata per i sostenitori, mentre i contrari gioiscono e sono pronti a farsi sentire anche in Parlamento

Ieri, 15 febbraio, la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull'eutanasia. Oltre un milione di firme di cittadini erano state raccolte per indire un referendum che avrebbe potuto abrogare parzialmente l'articolo 579 del Codice Penale, quello sull'omicidio del consenziente. Il quesito referendario, però, non ha passato il vaglio della Corte Costituzionale che lo ha ritenuto inammissibile perché avrebbe fatto venir meno la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.
Una doccia fredda per i sostenitori del referendum, mentre chi lo osteggiava esulta ed è pronto a farsi sentire anche in Parlamento per evitare che la norma, essendo sbarrata la via referendaria, possa trovare uno sbocco attraverso l'approvazione di Camera e Senato.

Il veronese di Area Liberal Giorgio Pasetto ha commentato su Facebook: «1.240.000 firme attestano un consenso popolare per una legge giusta e umana che disciplini le tematiche del fine vita. Un consenso popolare forte, attestato dalle lunghissime file della scorsa estate in tutta Italia e anche qui a Verona ai tavoli di +Europa, Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni. Una straordinaria testimonianza di passione civile e di umanità».

Ancor più duro è stato il presidente dell'associazione dei consumatori Aduc Pietro Moretti: «In Italia, la vita non è un diritto, ma un vero e proprio dovere, anche quando è divenuta insopportabile. Ricordiamo che l'articolo 75 della Costituzione prevede solo tre casi di inammissibilità per i referendum: per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, e di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. È chiaro a tutti, in primis ai membri della Consulta, che il quesito sull'eutanasia non riguarda nessuna delle materie su cui la Costituzione vieta il voto dei cittadini. Nei decenni, la Corte Costituzionale ha costruito una giurisprudenza improvvisata e pasticciata per allargare il suo potere di veto sostanzialmente a tutte le materie dello scibile umano. Da tempo non vige più l'articolo 75, ma la sensibilità politica della maggioranza dei membri della Consulta. Anche questo è il sintomo di una crisi profonda della nostra democrazia, afflitta dal terrore del voto. Dai referendum bocciati, alle elezioni quasi sempre precedute da una nuova legge elettorale con cui si cerca di controllarne l'esito, fino all'elezione del presidente della Repubblica: ogni voto, popolare e non, viene vissuto come pericoloso, destabilizzante, foriero di inimmaginabili disastri».

Contento, invece, il Popolo della Famiglia. Il leader Mario Adinolfi si è detto lieto di «aver viste riconosciute le nostre ragioni, la vita nell'ordinamento italiano è bene indisponibile». Soddisfatto anche Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, e grato alla Corte Costituzionale «per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere». E Jacopo Coghe, presidente del comitato No all’Eutanasia Legale, ora chiede al Parlamento di «scongiurare questa deriva mortifera» e di fornire «una risposta importante, che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità, e non a farsi ammazzare».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Eutanasia legale, Pasetto: «Norma giusta e umana». Ma il referendum viene bocciato

VeronaSera è in caricamento