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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Allarme "esodati", sarebbero tremila tra Verona e provincia

Si tratta di lavoratori che avrebbero accettato gli incentivi per il licenziamento anticipato dalle aziende, ma attualmente senza pensione per la riforma previdenziale

Il fenomeno degli "esodati", che ha preso forma in questi mesi sul territorio nazionale, colpisce anche Verona e provincia, con circa tremila persone che avrebbero accettato gli incentivi per il licenziamento anticipato dalle aziende ma che, in conseguenza alla riforma previdenziale operata dal governo Monti, si trovano in questo momento in una situazione di stallo: senza stipendio e senza pensione.

A livello nazionale, secondo dati divulgati e successivamente smentiti dall'Inps, i lavoratori finiti in questo limbo sarebbero 390200. Per porre rimedio al problema creatosi, il ministro Fornero ha firmato il 4 giugno un decreto atto alla salvaguardia di 65000 di questi. La soluzione pare però non soddisfare le esigenze della popolazione, anche perché se è vero che l'Inps ha smentito ufficialmente i dati divulgati in precedenza rimane il quesito di quanti effettivamente si trovino in questa situazione.

Il segretario generale della Cisl di Verona, Massimo Castellani, ci spiega che i conteggi effettuati sono relativi a coloro che hanno interrotto il proprio rapporto di lavoro con l'azienda entro il 4 dicembre 2011, ossia entro l'entrata in vigore della riforma. Il nodo nasce dal fatto che molti dipendenti, pur avendo firmato l'accordo con il proprio datore di lavoro prima di quella data, smetteranno di lavorare solamente nei prossimi mesi e andranno quindi ad aggiungersi ai 65000 "esodati". Castellani afferma inoltre che il dato poi smentito dall'Inps, è in linea con le cifre diffuse dalla Cisl nel mese di aprile e che, di conseguenza, il decreto attuato dal ministro Fornero non è sufficiente visto che non tutela tutti i lavoratori in questione.

Michele Corso, segretario generale della Cgil, parla di una falla all'interno della legilstaura che andrebbe riempita con una norma che  permetta a questi lavoratori di raggiungere la pensione secondo i criteri precedenti alla riforma, ma la volontà politica di attuare una simile soluzione, cercando magari le risorse in una patrimoniale, pare non esserci.

Il segretario provinciale della Uil, Lucia Perina, si accoda alle critiche colpevolizzando il governo sulle decisioni prese, che hanno lasciato scoperto chi è stato licenziato nonostante disponesse di una copertura economica e pensionistica e richiama l'attenzione sul progressivo impoverimento della popolazione

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