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Elezioni Villafranca di Verona

Elezioni in provincia, il centrodestra s'impone nonostante le divisioni. Sona al ballottaggio

Resta da eleggere solamente chi si insedierà in piazza Roma tra Busatta e Dalla Valentina, mentre è rimasto molto basso il dato sull'affluenza: più del 40% degli elettori infatti non si è recato alle urne

La tornata elettorale del 14 e 15 maggio, che ha coinvolto 7 Comuni della provincia di Verona, ha visto primeggiare un centrodestra diviso quasi ovunque, su di un centrosinistra per la verità abbastanza assente sulle schede elettorali, ma anche a queste amministrative la scarsa affluenza ha recitato una parte importante, con più del 40% degli aventi diritto al voto che non si sono presentati alle urne

Due ballottaggi su tre evitati

Erano tre i Comuni che avrebbero potuto arrivare al ballottaggio (in quanto con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti), ma in due di questi non è stato necessario, dal momento che un candidato è riuscito a raccogliere la maggioranza delle preferenze. 
A Villafranca di Verona il primo cittadino uscente Roberto Dall'Oca (Insieme si può, Fratelli d'Italia, Futura, Forza Italia, Lega) è stato confermato al primo turno con più del 56% dei voti, nonostante la rincorsa dell'ex sindaco Mario Faccioli, appoggiato da una serie di civiche (Villafranca attiva, Territorio e frazioni con Villafranca, Noi per voi, Civica per Villafranca, Progetto giovani) e con un progetto orientato sempre verso il centrodestra. Dietro di lui di un solo punto percentuale Matteo Melotti, sostenuto da Cambiamo Villafranca, Partito Democratico-Alleanza Verdi Sinistra. 
Nel segno della continuità anche il risultato di Bussolengo. Confermato al suo posto il primo cittadino Roberto Brizzi, con un progetto composto da liste civiche (Siamo Bussolengo-Bussolengo Domani, Lista Brizzi, Bussolengo al Centro, Alleanza per Bussolengo) che abbraccia una pluralità di correnti di pensiero che vanno dal centrodestra al centrosinistra, ha conquistato più del 60% dei voti. Male i candidati di Lega e Fratelli d'Italia, rispettivamente Finetto e Pozzani, che non si sono nemmeno avvicinati alla doppia cifra. 25% delle preferenze invece per Maria Paola Boscaini, sostenuta da Forza Italia e due civiche (C'è futuro città solidale, Generazione futura Bussolengo). 
Sona è dunque l'unico Comune che andrà al ballottaggio. Tre dei quattro candidati provenivano dalla precedente giunta di Gianluigi Mazzi e saranno due di questi a sfidarsi al secondo turno. Con in lista anche il primo cittadino uscente, Corrado Busatta (Fratelli d'Italia, Sona Domani, Scelta per Sona) è il candidato che ha ricevuto il maggior numero di preferenze alla prima tornata, mentre per la seconda piazza Gianfranco Dalla Valentina (Viviamo Sona, Lega - Forza Italia, Insieme per Sona) l'ha spuntata per 25 voti su Monia Cimichella (Direzione Sona, Monia Cimichella Sindaco), dopo un testata durato fino all'ultimo. Più staccato il quarto candidato Carlo Mazzola con la lista Rinascita per Sona. Il ballottaggio resta in ogni caso molto aperto, soprattutto se Dalla Valentina (assessore e in precedenza vicesindaco) e Cimichella (a sua volta vicesindaco nella precedente amministrazione) riusciranno a trovare un accordo e se l'elettorato lo seguirà a sua volta: una partita che si giocherà su dinamiche e divisioni interne nell'ex giunta.  

Continuità e cambiamento

Tra i Comuni che hanno scelto di proseguire sulle orme della precedente amministrazione c'è Castel d'Azzano. Anche in questo caso il centrodestra si è presentato diviso, ma questo non ha impedito ad Elena Guadagnini (Lega, Castel d'Azzano del Fare, Castel d'Azzano Domani) di stravincere la tornata elettorale con oltre il 67% dei voti, seguita da Franco Gaetano Bertaso (Fratelli d'Italia, Lista civica Bertaso, Forza Italia) e Lorenzo Costantini con Rete civica Castel d'Azzano. Guadagnini vantava il sostegno dell'oramai ex primo cittadino Antonello Panuccio, che rivestirà ora il ruolo di consigliere comunale. 
Chi invece ha deciso per un cambiamento, pur rimanendo all'interno dell'ala del centrodestra (anche qui diviso), sono i cittadini di Lazise. Sulle sponde del Garda infatti si è imposto Damiano Bergamini, sostenuto dalla Lega, con la lista Lazise per tutti i volontari, che ha ottenuto più del 41% dei voti. Dietro di lui Filippo Costa (Generazione futura Lazise Colà Pacengo), indicato come il suo successore dall'ex sindaco Luca Sebastiano e appoggiato da FdI e FI. Più staccato con poco meno del 20% Marco Zanoni e la sua lista (Generazione futura Lazise Colà Pacengo) sostenuto dal PD. 
Rottura con il passato anche per San Mauro di Saline, dove Luciano Alberti (Noi con voi) ha preso più del 47% delle preferenze, superando anche Michelangelo Alberti (Per San Mauro), appoggiato dal primo cittadino uscente Italo Bonomi. Più staccati Fabio Baltieri (Ama San Mauro) e Giovanni Alliney (San Mauro democratica e progressista). 
Infine a Ferrara di Monte Baldo, il cui Comune era stato commissariato dopo le dimissioni di Serena Cubico di FdI, sarà Carla Giacomazzi (Ferrara di Monte Baldo viva) a vestire la fascia tricolore. Il nuovo sindaco, anche in questo caso espressione del centrodestra, ha avuto la meglio su Paolo Saggiani (Ri-Pensiamo Ferrara di Monte Baldo), Alberto Tomiolo (Rinascita per Ferrara di Monte Baldo) e Luca Tamburini (Verona per la Libertà)- 

Bassa affluenza

Come detto, un altro fattore di questa tornata è stata l'affluenza, che ancora una volta è stata decisamente bassa. Mediamente, nel Veronese, si è recato alle urne il 58,32% (58,46% il dato precedente) degli aventi diritto al voto, contro il 54,53% della media veneta e il 59,03% del dato nazionale. 
Calo di oltre 4 punti percentuali rispetto alla chiamata alle urne di 5 anni fa per Bussolengo, più lieve a Castel d'Azzano e San Mauro di Saline. Dato pressoché inalterato a Lazise, mentre a Ferrara di Monte Baldo l'affluenza ha superato l'80%. Dato cresciuto invece di un punto percentuale a Villafranca e di tre a Sona. 
A parte Ferrara di Monte Baldo (81,43%), San Mauro di Saline (77,33%) e Lazise (63,27%), tutti gli altri dati sono comunque rimasti sotto il 60%. 

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