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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Centro storico / Piazza Bra

La lettera ai veneti del candidato per il centrosinistra alle regionali Arturo Lorenzoni

«Vogliamo ridare alla maggioranza dei veneti l’orgoglio di essere innovativi. La politica della paura, del rancore e della chiusura stanno asfissiando il Veneto», scrive Arturo Lorenzoni

Il candidato per il centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto Arturo Lorenzoni sta meglio, lo ha comunicato lui stesso nella serata di mercoledì 9 settembre in una breve nota di aggiornamento sulle sue condizioni di salute. Da diversi giorni Lorenzoni ha avuto il risultato positivo al tampone per il coronavirus, vi è anche stato un episodio di malessere in diretta Facebook e poi il ricovero in ospedale, ma le cose fortunatamente sembrano essere in netto miglioramento: «Sto bene, - ha scritto Arturo Lorenzoni - mi sento decisamente meglio. Vorrei ringraziarvi perché mi avete sommerso di affetto e questo mi dà molta forza».

Contestualmente il candidato alla presidenza della Regione Veneto per il centrosinistra ha anche annunciato di aver scritto una «lettera ai veneti», nella quale ha voluto affrontare alcuni dei principali temi che caratterizzano la sua proposta politica: «Care cittadine e cittadini del Veneto, - scrive Arturo Lorenzoni - la scadenza elettorale si avvicina e una serie di fattori mi ha impedito di poter condurre una campagna con gli strumenti tradizionali, per far conoscere me stesso e la proposta che con le 5 liste che mi sostengono abbiamo preparato per la nostra Regione. Desidero rivolgere queste righe non tanto a coloro che hanno una convinzione politica radicata, bensì a coloro, e siete la maggioranza, che non sentono una collocazione definita e che in molti casi rinunciano al diritto di voto perché si sentono lontani dalle proposte presentate. Vi scrivo per comunicarvi l’importanza di andare a votare il 20 e 21 settembre. Infatti, nonostante il racconto di un Veneto felice e di un esito scontato delle elezioni, è in gioco il confronto tra due visioni antitetiche della società, che si confrontano anche a livello nazionale e in molti altri paesi del mondo».

Il candidato governatore Arturo Lorenzoni ha quindi specificato meglio i caratteri distintivi di quelle che ha appunto definito «due visioni antitetiche del mondo», la sua e quella del presidente uscente Luca Zaia e di chi lo sostiene: «Da un lato una politica che enfatizza e fossilizza le differenze tra le persone, dovute alla provenienza, all’orientamento sessuale o a chissà quale altro motivo, - scrive Arturo Lorenzoni nella sua lettera ai veneti - che non vuole procedere con l’integrazione economica (e ogni barriera economica prima o poi crea povertà da uno dei due lati), che non crede nell’Europa, che vede solo il benessere di chi è al di qua del muro e non vuole alzare lo sguardo su chi mette a rischio la propria vita per uscire dalle minacce e dalla povertà. Una politica che, anche dietro i volti rassicuranti di qualche leader, ha sempre bisogno di un nemico per rinsaldare le fila dei propri sostenitori. Dall’altro - ha quindi aggiunto Arturo Lorenzoni riferendosi alla propria proposta politica - l’idea che parte dall’assunto etico che solo accettando la prospettiva plurale e aperta del "noi" si possono trovare soluzioni solide ai problemi. Ad ogni scala ("noi" come condomini, concittadini, connazionali), la nostra idea di società non è contro qualcuno o qualcosa, ma sempre per un progetto, che raccoglie il consenso intorno a un obiettivo concreto e condiviso. Che vede i vantaggi dell’apertura verso l’esterno, in campo economico certamente, ma anche in quello scientifico, sociale e culturale e, massimamente in ambito politico e diplomatico, seppur con meccanismi di mediazione e di controllo».

Il candidato per il centrosinistra alle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre in Veneto, ha quindi spiegato nella sua "lettera ai veneti" di aver sentito «la necessità di aiutare a riavvicinare le persone alle istituzioni, perché non c’è democrazia che tenga senza la partecipazione attiva delle persone, senza l’interesse delle donne e degli uomini al governo della vita pubblica. Sono convinto - ha poi aggiunto Arturo Lorenzoni - che solo la politica che concepisce la prospettiva del "noi" sia compatibile con il patrimonio di valori di noi veneti e con i nostri 2.000 anni di storia, improntati all’accoglienza e all’apertura verso ogni diversità, nel rispetto delle regole e dei diritti di tutti e di ciascuno». Lorenzoni nella sua lettera spiega quindi di voler «guidare un’alleanza ampia del mondo democratico, per ricompattarlo intorno ad un progetto comune e concreto, fortemente centrato sulla sostenibilità ambientale e il rilancio economico legato all’innovazione e alla transizione ecologica verso un’economia circolare». Quali sono dunque gli obiettivi di Arturo Lorenzoni in caso di vittoria alle prossime elezioni regionali? Il candidato per il centrosinistra nella sua "lettera ai veneti" li riassume così: «Riallineare la politica veneta a quella europea e internazionale, per dare centralità ai 17 obiettivi di sostenibilità proposti dall’ONU con l’Agenda 2030, poter utilizzare al meglio le risorse stanziate dall’Europa con il Green Deal e il Recovery Fund. Ridare centralità al Veneto, alla sua economia, al suo straordinario tessuto sociale, invertire il trend di emigrazione da parte dei nostri giovani».

Nella sua missiva ai cittadini ed alle cittadine del Veneto, Arturo Lorenzoni non ha poi mancato di rifletttere sul ruolo e gli errori del recente passato delle forze politiche nel campo della sinistra e del centrosinistra: «È finito il tempo delle divisioni da parte dei democratici, - scrive Lorenzoni nella sua "lettera ai veneti" - delle iniziative personalistiche, dell’arrendevolezza di fronte ad una destra tronfia e tristemente compatta intorno alla conservazione degli equilibri costruiti in 25 anni di guida ininterrotta della regione. Inizia una stagione nuova, dove vogliamo ridare alla maggioranza dei veneti l’orgoglio di essere innovativi, attenti a tutti e a ciascuno, parte di un’Europa che rappresenta una grande opportunità. Uniti su progetti condivisi, non su appartenenze politiche superate ormai da tempo. E se il Veneto è oggi percepito come la roccaforte di quella visione conservatrice del mondo, arroccato intorno alla paura verso qualsivoglia diversità, proprio in Veneto dobbiamo dare forte il segnale di una società che guarda al proprio futuro con tenacia, consapevole dei propri mezzi. La politica della paura, del rancore e della chiusura stanno asfissiando il Veneto. Sono convinto che la nostra identità stia altrove, - ha quindi concluso Arturo Lorenzoni - nella solidarietà, nella condivisione di progetti concreti, senza paure».

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