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Elezioni comunali provincia di Verona 2013 Albaredo d'Adige / Piazza Vittorio Emanuele

La Lega Nord si prepara ad un nuovo confronto interno: Bossi scarica i tosiani e parte all'attacco

"Bisogna stringersi e lottare assieme, avvicinare e non allontanare le persone". Dalle epurazioni fatte qualche settimana fa inizia il discorso del Senatùr ad Albaredo per la chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco Paolo Silvio Mengazzi

Doveva essere la festa di chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco Paolo Silvio Mengazzi, invece quella che si è svolta ad Albaredo l'altra sera, è stata l'occasione per la rinascita della vecchia Lega Nord. Quella per intederci che ha sempre voluto Umberto Bossi, che ieri sera ha riesumato vecchi slogan e simboli. 

Padrona del campo ieri sera la fazione bossiana del Carroccio, che ha messo in mostra la grande spaccatura interna con l'altra corrente di pensiero che fa capo a Maroni e Tosi, la cosiddetta Lega 2.0. Presenti alla serata molti bossiani di spicco tra cui: Paola Gosis, padovana ed espulsa, Alessandro Montagnoli, finito in fondo alle liste elettorali e non rieletto, Corrado Callegari, veneziano e anch'egli relegato in fondo nell'ultima tornata elettorale. Presente anche il sindaco di Veronella Michele Garzon, che ad inizio anno ha restituito la tessera del partito perchè non si riconosceva più in esso. 

L'Adige quindi per una sera si è trasformato nel fiume sacro del Carroccio e Albaredo è diventato Pontida. 350 militanti arrabbianti erano presenti per ascoltare la propria guida politica, nella speranza di sentire rilanciare ciò che fu la Lega, quella rude e secessionista che avevano deciso di seguire. Bossiani quindi nel territorio di Tosi, che si sta impegnando nelle campagne elettorali di Sona, Bussolengo, Villafranca e Castel d'Azzano, e quando fanno notare l'assenza del primo cittadino scaligero, il Senatùr non si fa pregare e lo manda a quel paese. Il discorso di Bossi prende il via dalla ferma condanna delle epurazioni effettuate nell'ultimo periodo, affermando che nei momenti di difficoltà "bisogna stringersi e lottare assieme, avvicinare e non allontanare le persone". Il pubblico allora si scalda e il discorso prosegue "Non riusciranno a distruggere la Lega. La Lega l´avete fatta voi, sono gli altri che devono andarsene". Un parere negativo è stato espresso anche sull'ultimo governo Monti, accusato di aver prosciugato le tasche degli italiani, in particolar modo con l'Imu, però viene giudicata positivamente la sospensione dell'ultima rata. Poi ammette e attacca "noi abbiamo perso troppi voti per poter contare: io non avrei mai perso 1,6 milioni di voti. I dirigenti hanno sbagliato. Abbiamo visto trasformare i militanti in sostenitori, ci sono state manovre strane, ma la mancanza di trasparenza non dura, la verità prima o poi viene a galla". Sulla questione delle contestazioni di Pontida, che a molti è costata l'espulsione, il Senatù si schiera dalla parte dei militanti: "La gente è libera di dire quello che pensa, specie a Pontida, che è il luogo della democrazia. Se lasciamo parlare solo i dirigenti, è chiaro che loro si danno sempre ragione".

Dall'insorgere dei veronesi contro le truppe napoleoniche, parte poi l'accusa verso i cosiddetti traditori dell'identità padana. Bossi non fa i nomi, a quello ci pensano i militanti sul parato: "Maroni e Tosi hanno distrutto l´identità della Lega". 

Ad Albaredo quindi non partono solamente le elezioni, ma anche un'altra rivoluzione interna alla Lega, con militanti vecchio stampo che rivogliono il loro partito. 

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