Concluso il tour nel Veronese del Camper Dem: «Oltre 30 tappe e 600 chilometri percorsi per incontrare i cittadini»
La campagna elettorale del Partito Democratico ha visto Alessia Rotta, Giuseppe Mazza, Diego Zardini, Barbara Ferro, Federica Foglia, Anna Maria Sterchele e Alessandra Salardi, recarsi in tutti gli angoli della provincia scaligera
«Più di trenta tappe per circa 600 chilometri percorsi in due week end, da Brenzone a Cologna Veneta e da Negrar a Legnago, in lungo e in largo la provincia di Verona per incontrare i cittadini, distribuire materiale, stringere mani e illustrare le proposte del Pd sui temi di maggiore interesse per l’elettorato: lavoro, giovani, caro bollette, rilancio economico, riforma della sanità territoriale, diritti civili».
Sono questi i numeri del Camper Democratico, la “vela” artigianale con cui i candidati Pd Verona hanno interpretato l’idea di una campagna elettorale di prossimità, a stretto confronto con i cittadini nelle sagre, nei mercati e nelle piazze dei paesi della provincia di Verona, con i loro caffè e i loro bar. Un lungo tour che domenica 18 Settembre, i candidati Pd Verona Alessia Rotta, Giuseppe Mazza, Diego Zardini, Barbara Ferro, Federica Foglia, Anna Maria Sterchele, Alessandra Salardi, hanno portato a conclusione.
«Dal vecchio militante che è consigliere comunale ininterrottamente dal 1970 in piccoli paesi della provincia, al giovane di 24 anni che ci chiede cosa faremo per i giovani che non riescono a mettere su casa e famiglia, la richiesta è sempre quella di soluzioni concrete ai problemi che affliggono famiglie e imprese, con in testa il tema del lavoro, del caro bollette e della sanità», spiegano dal Partito Democratico.
«Affrontare questi temi insieme, garantendo ai territori un feedback e un confronto costanti, nel segno della solidarietà e della cooperazione con gli altri Paesi dell’Unione Europa, è ciò che distingue la nostra proposta, progressista e democratica, da quella dei populisti, degli europeisti last-minute e da quanti vanno nei paesi soltanto per chiedere i voti ma poi non si fanno mai più rivedere», conclude la nota del PD.