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Elezioni Comunali 2017 Centro storico / Piazza Bra

Sarà ballottaggio tra Sboarina e Bisinella: la grande illusione del Partito Democratico

La sfida al ballottaggio del 25 giugno sarà tra Federico Sboarina (29,26%) e Patrizia Bisinella (23,54%). Resta fuori dai giochi la candidata del centrosinistra Orietta Salemi (22,48%)

Alla fine le elezioni annunciate come le più incerte e combattute degli ultimi vent'anni non hanno tradito le attese. È stata battaglia durissima fino all'alba, anche se già alle tre di notte, l'ora più assurda della giornata come scrisse un tempo qualcuno, già si cominciava a capire che la strada per il ballottaggio era tracciata.

I dati definitivi parlano chiaro, Verona si riconferma città profondamente orientata a destra, nonostante le spaccature e una campagna elettorale senza esclusione di colpi tra i due "centrodestra", alla fine chi avrebbe potuto approfittarne, il Partito Democratico con la candidata Orietta Salemi, non è riuscito ad accedere al ballottaggio.

Federico Sboarina con 33.597 voti ha riscosso un successo per nulla scontato e ora è chiamato ad incrementare questo suo 29,26% delle preferenze per poter davvero diventare sindaco di Verona, operazione che non sarà semplicissima. Patrizia Bisinella è stata autrice di un vero e proprio ribaltone notturno durante lo spoglio e la conta delle schede: data in svantaggio ai primi exit poll, la candidata tosiana ha dapprima superato e poi distaccato la rivale Orietta Salemi, assestandosi infine al secondo posto con il 23,54% delle preferenze (27.026 voti). Il 25 giugno prossimo, dunque, i veronesi saranno chiamati a scegliere tra Sboarina e Bisinella per eleggere il nuovo primo cittadino di Verona.

Un capitolo a parte merita la vicenda Pd: dato addirittura attorno al 30% secondo alcuni sondaggi prelettorali, il centrosinistra veronese è andato incontro a una débâcle storica, non tanto nei numeri, quanto piuttosto per come il misfatto si è compiuto. Le responsabilità sono varie e non tutte riconducibili ad Orietta Salemi, ovviamente, ma è chiaro che questa sia la più bruciante delle sconfitte per il popolo del Partito Democratico scaligero. Con la spaccatura a destra dopo la "cacciata" di Tosi dalla Lega Nord, la scelta quantomeno "originale" da parte del sindaco uscente di candidare la propria morosa nella veste di suo successore, nonché il tira e molla tra leghisti e forzisti sulla candidatura prima di Paolo Tosato ed infine di Federico Sboarina, ebbene, l'occasione di fare da terzi incomodi era evidentemente ghiotta.

Lo rivela bene un episodio che resterà nei ricordi di questa lunga notte elettorale: all'uscita dei primi exit poll diffusi da La7, Sboarina comandava tra il 24-28%, Orietta Salemi era data al secondo posto (alle ore 23 tra il 22-26%, rispetto a Bisinella 19-23%, poi il divario si assottiglierà), mentre quelli forniti dalla Rai davano addirittura la candidata Pd in testa appaiata con Sboarina attorno al 22-26% e distanziata Bisinella ferma al 18-22%. È in questo scenario che la deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta, ha deciso di rompere gli indugi ancor prima che iniziassero ad uscire i primi dati reali, presentandosi dinanzi alle telecamere di La7 e parlando di "ballottaggio" in toni quantomeno fiduciosi, tanto da far dire in studio ad Enrico Mentana "la Rotta si presenta subito e ciò fa capire che lì le cose per loro sono andate bene"...

I dati finali dicono altro, parlano di un Pd che si attesta al 22,48% delle preferenze, portando a casa 25.808 voti, arrivando così terzo nella corsa e venendo quindi escluso dal ballottaggio. Nel 2012, alle scorse elezioni, Bertucco conquistò il 22,73% con 30.493 voti, e proprio il risultato ottenuto dall'ex capogruppo Pd in Consiglio comunale, fuoriuscito dal partito in vista delle Amministrative per candidarsi sostenuto dalle liste civiche Sinistra in Comune e Verona in Comune, è quello a cui ora in molti guardano, a torto o a ragione, per motivare l'attuale sconfitta Pd. Bertucco ha racimolato il 4,60% delle preferenze, sesto dietro i 5 Stelle di Alessandro Gennari (9,52%) e a Verona Pulita di Michele Croce (4,97%), raccogliendo 5.287 voti che, evidentemente, avrebbero potuto in larga maggioranza essere canalizzati verso il Partito Democratico nel caso in cui anche a sinistra non si fosse verificata la "solita" scissione. Ma questa è fantapolitica, certo, mentre ben diverso è ora il problema che gli elettori di Michele Bertucco dovranno porsi: che fare al ballottaggio, Sboarina o Bisinella (o il non voto)?

E in vista della sfida decisiva del 25 giugno i giochi sono davvero apertissimi, poiché è chiaro che a risultare fondamentali saranno gli sconfitti del primo turno, vale a dire gli elettori del Partito Democratico. La scelta di questi ultimi, tra chi diserterà le urne o annullerà la scheda e chi invece sceglierà di appoggiare Federico Sboarina (poco probabile) oppure Patrizia Bisinella (molto probabile), alla fine sarà quasi certamente determinante ai fini del risultato.

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