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Il candidato Tommasi ai compagni di squadra: «Servono idee comuni e voglia di collaborare»

L'ex calciatore potrebbe sfidare il centrodestra per la poltrona di sindaco di Verona e alle forze di centrosinistra spiega: «La politica è come una squadra di calcio: se pensi che il pallone sia solo tuo è meglio se vai a fare qualcos'altro»

Per Carlo Calenda «è una buona candidatura per il suo pragmatismo». E Romano Prodi lo ha descritto come un uomo che «da presidente dell'associazione dei calciatori ha sempre capito i problemi e ha sempre saputo aggregare». Continuano le investiture per Damiano Tommasi, ex calciatore in odore di politica. È lui, o almeno è molto probabile che sarà lui, il candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni amministrative di Verona.
Il prossimo anno, infatti, scade il mandato del sindaco Federico Sboarina e del consiglio comunale che lo sostiene. E mentre il centrodestra non sembra del tutto convinto di una ricandidatura di Sboarina, dall'altra parte della barricata circola solamente il nome di Tommasi. Nome che genera entusiasmo e attira consensi.

Consensi come quello di Calenda e del suo partito Azione, ma anche quello di un politico molto più navigato come l'ex premier Prodi. E proprio l'apprezzamento di Prodi potrebbe far cadere le ultime resistenze di Tommasi. In un'intervista a La Stampa, l'ex centrocampista campione d'Italia con la Roma ha dichiarato: «La candidatura è un percorso lungo. Oggi siamo nella fase in cui dal pensiamoci siamo passati al parliamone». Il progetto, dunque, si stare concretizzando, con la consapevolezza che «candidarsi a fare il sindaco non è come scendere in campo la domenica con la maglia di una città. Significa assumersi una grande responsabilità», ha spiegato ancora Tommasi.
Calcio e politica sono dunque due mondi distanti, anche se le analogie calcistiche negli ultimi trent'anni sono state usate (e talvolta abusate) dai politici. E un esempio, a livello locale, è proprio quello del sindaco Sboarina e del suo continuo monito a «giocare di squadra». Anche Tommasi, però, non disdegna questo accostamento metaforico quando afferma: «La politica è come una squadra di calcio: se pensi che il pallone sia solo tuo è meglio se vai a fare qualcos'altro. Una candidatura deve nascere da un progetto condiviso: ampio sostegno, idee comuni e voglia di collaborare».
I messaggi di Damiano Tommasi sono dunque ancora rivolti a quelli che dovrebbero essere i suoi "compagni di squadra". Mentre degli "avversari" parla poco. L'estrema destra veronese è descritta come «una parte della città che ha un megafono molto forte e che fa tanto rumore». Una definizione con cui Tommasi non vuole «negare il problema», ma ne vuole «comprendere le reali dimensioni e le origini, prima di affrontarlo». E sul presidente della Regione Luca Zaia ha ammesso di non averlo votato alle ultime elezioni, me ne ha riconosciuto il successo elettore. «È una persona nella quale i veneti si riconoscono - ha dichiarato Tommasi su Zaia - In questi mesi delicati della pandemia ha dimostrato di essere un uomo del fare, uno che parla chiaro».

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