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Rilancio, investimenti e rapporti con Save, la campagna elettorale sul Catullo

Il sindaco uscente sottolinea aumento di capitale ed il via dei lavori per il progetto Romeo. Tosi lamenta una scarsa attrazione di fondi pubblici. E Dal Moro (PD) giudica il matrimonio con Save poco vantaggioso per lo scalo veronese

Chiusa la fase emergenziale, l'Italia si sta lasciando lentamente alle spalle i due anni di pandemia. Un processo rallentato dalla guerra in Ucraina, ma comunque in corso in tutti i settori economici, turismo compreso. Il blocco degli spostamenti internazionali ha messo in ginocchi gli aeroporti, che ora devono rilanciarsi anche con l'aiuto di investimenti regionali.
E anche per l'aeroporto Catullo, i prossimi saranno anni decisivi. Anni in cui si dovrebbero raccogliere i frutti dei 65 milioni impiegati, tra le altre cose, per la realizzazione del nuovo terminal. A sperarlo è soprattutto il sindaco di Verona, Federico Sboarina, impegnato in una campagna elettorale in cui il Catullo è uno dei tanti temi toccati. Il sindaco uscente, insieme alle forze che lo sostengono, ha ribadito il suo impegno per lo scalo, testimoniato con l'aumento di capitale varato dalla sua amministrazione. Inoltre, ha cucito trame con la Camera di Commercio e con la Regione Veneto per aumentare il numero delle tratte aeree e per creare un collegamento ferroviario tra il Catullo, la stazione di Verona Porta Nuova e il Lago di Garda.

Sul Catullo, dunque, Sboarina sente di non doversi difendere, avendo fatto il massimo per l'aeroporto del territorio. Eppure gli sfidanti anche su questo tema lo attaccano. Flavio Tosi, che vuole riprendersi la poltrona da sindaco dopo averla ceduta proprio a Sboarina, accusa il primo cittadino uscente di non essere stato capace di intercettare fondi pubblici. Fondi che sono andati a rafforzare altri scali vicini, come quelli di Treviso e Venezia.

Mentre per Michele Bertucco, che con la lista In Comune per Verona sostiene la candidatura di Damiano Tommasi, il Catullo «è diventato un aeroporto di serie B» per colpa «della classe politica di centrodestra, di cui hanno fatto parte a pieno titolo sia Tosi che Sboarina, che malgovernando lo scalo lo ha consegnato nelle mani dei privati che legittimamente stanno giocano tutt'altra partita». Bertucco ha scritto «privati» ma si legge Save, il principale socio privato dell'azienda che gestisce il Catullo.
E proprio contro coloro che ritengono che il matrimonio con Save abbia salvato l'aeroporto veronese si è scagliato oggi Gianni Dal Moro, candidato al consiglio comunale con il Partito Democratico, sempre per Tommasi sindaco. «Il racconto che vuole l'aeroporto Catullo salvato da Save e danneggiato dalla pandemia è zoppo e lacunoso - ha dichiarato Dal Moro - Il socio privato Save è arrivato a controllare bene tutto il traffico aereo del Nordest, mettendo al centro Venezia e Treviso e decretando per Verona e Brescia un ruolo di esemplare marginalità. Lo scorso mese è stato annunciato il prestito di 640 milioni concesso da Cassa Depositi e Prestiti al Gruppo Save che gestisce anche lo scalo veronese del Catullo. Le nuove risorse serviranno alla realizzazione degli investimenti nel prossimo quinquennio per gli aeroporti di Venezia Marco Polo e di Treviso. Verona? Non pervenuta. E dal 2014, da quando cioè Save è entrata nel sistema aeroporti del Garda, gli scali di Bologna, Bergamo, Treviso e Venezia sono cresciuti in modo esponenziale. Mentre il Catullo ha sempre "volato" sotto i 4 milioni di passeggeri annui, gli stessi di dieci anni fa. E di fronte al prestito da 640 milioni per Venezia e Treviso, i 68 milioni di investimenti per il Catullo non meritano il clamore con cui è stata salutata la posa della prima pietra del progetto "Romeo". Quel progetto è vecchio in tutti i sensi, "rinfresca" un terminal partenze considerato tra i più brutti e meno accoglienti del Nord Italia. Eppure quei 68 milioni sono tutto quello che ha partorito il grande ingresso di Save in Catullo. E per questo passo in avanti ci sono inoltre voluti 7 anni, mentre gli aeroporti concorrenti investivano centinaia di milioni ed oggi sono pronti al rilancio. Per il Catullo è arrivato il momento di guardare al futuro e le occasioni non mancheranno per rilanciare veramente il nostro aeroporto guardando anche oltre la nostra compagine sociale. Fondi internazionali interessati ci sono, l’importanza è essere disponibili e trasparenti. Quest’anno il bilancio dell’aeroporto chiuderà con una forte perdita, lasciano trapelare i soci, perdita che sarà coperta. Ma il prossimo anno? O arriveranno sostegni importanti o si dovrà programmare un aumento di capitale e non vorrei che questa diventasse l'occasione nascosta per portare in maggioranza Save. Occorre oggi cambiare radicalmente gli equilibri all’interno della società che gestisce lo scalo veronese. Perché Verona si merita un aeroporto di livello internazionale».

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