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«Basta con la Biblioteca Civica a capienza limitata, il servizio va potenziato»

Dalla coalizione di centrosinistra un attacco all'amministrazione uscente ed una proposta per estendere il servizio anche in orario serale e nei weekend

Si allentano sempre di più le restrizioni anti-Covid tranne che alla Biblioteca Civica di Verona, «la cui capienza massima continua ad essere negli stessi limiti: dei circa 500 posti disponibili ne sono attivi attualmente poco meno di 200». A denunciarlo è stato un gruppo di rappresentanti di partiti e movimenti uniti nel sostenere la candidatura a sindaco di Damiano Tommasi.

Elisa La Paglia (Partito Democratico), Jacopo Buffolo (Damiano Tommasi Sindaco), Jessica Cugini (In Comune per Verona), Beatrice Verzè (Traguardi), Davide Cremoni (Volt), Tommaso Oliboni (Azione) e Fabio Fraccaroli (+Europa) hanno accusato il sindaco uscente Federico Sboarina, avversario elettorale di Tommasi, di aver deliberatamente depotenziato la biblioteca civica del capoluogo. «Una scelta politica di cui il sindaco dovrebbe rendere conto».

«Perché anche la nostra biblioteca non può riprendere ad accogliere giovani e studenti nella stessa misura dell'era pre-pandemia?», si chiedono gli esponenti del centrosinistra locale, i quali lamentano una capienza della Civica ridotta anche da una mostra «che forse avrebbe potuto trovare uno scenario diverso o una diversa organizzazione».

«Questa situazione non ha più alcuna ragione di esistere - hanno aggiunto - E infatti non esiste in nessun'altra biblioteca della provincia di Verona né delle città contermini. E le limitazioni si riflettono anche sulle biblioteche di quartiere in cui vige l'orario ridotto. La direzione da intraprendere dovrebbe essere quella opposta, con un'estensione del servizio anche in orario serale e nei weekend».

Ed oltre al problema della capienza, è stato evidenziato un altro «decadimento del servizio» riguardante i libri da scartare. «È pratica comune di tutte le biblioteche rimettere in circolo i testi messi fuori uso a seguito del periodico aggiornamento delle collezioni attraverso dei mercatini auto-organizzati nei quali si vende a prezzo politico o ad offerta libera - hanno dichiarato - Risulta che la Biblioteca Civica di Verona non farà più i suoi mercatini. I libri andranno dunque al macero? Avanziamo la proposta di riattivarli, sia per scongiurare uno spreco inaudito dei beni culturali che vanno invece condivisi, sia per investire il ricavato nell’ampliamento orario delle biblioteche di quartiere. Si è arrivati a ricavare anche 30.000 euro negli anni scorsi, grazie al lavoro di alcuni dipendenti della biblioteca. Ora quelle risorse potrebbero sanare la riduzione oraria della sede centrale e delle sedi di quartiere dovuta ai tagli. Ciò sarebbe un gesto concreto per ridare ai giovani studenti veronesi i loro luoghi di studio, di incontro, di aggregazione».

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