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Le richieste della filiera delle costruzioni ai due candidati sindaco di Verona

In dodici punti sono state sintetizzate le istanze di professionisti ed imprenditori che lavorano nell'ambito dell'urbanistica e dell'edilizia

Il "Documento Programmatico" con le istanze di tutta la filiera veronese delle costruzioni è stato consegnato ai due candidati sindaco al ballottaggio, Federico Sboarina e Damiano Tommasi. Un documento proposto come strumento per il governo della città ma anche come metro di valutazione delle attività che saranno svolte dalla futura amministrazione.

In dodici punti sono sintetizzate le richieste prioritarie dell'Ordine degli Architetti di Verona e di Ance Verona, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Verona, del Collegio dei Geometri di Verona e dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Verona.
Dodici punti suddivisi in tre macro-temi. Il primo riguarda il lavoro dell'intera filiera delle costruzioni e fa riferimento al funzionamento dei servizi e all'ottimizzazione del rapporto tra uffici tecnici amministrativi e servizi per professionisti e utenza. Nel documento vengono evidenziate le urgenze per un'efficienza amministrativa degli uffici tecnici che hanno come primo dovere la risposta immediata alle richieste dei cittadini, soprattutto rispetto alla ricezione della documentazione. Da qui, la richiesta del potenziamento di un personale formato e con competenze interdisciplinari.
In seconda battuta, rispetto alla strategia e al metodo con cui ottimizzare l’iter burocratico amministrativo, la filiera delle costruzioni lancia la proposta dell'individuazione di una sua figura di coordinamento tecnico, una sorta di "Advisor Tecnico", competente in materia e in grado di filtrare, analizzare e monitorare le procedure e l’iter delle istanze, al fine di dare soluzione ai problemi insorgenti. Una figura che lavori a supporto e in collaborazione con i dirigenti e che potrà relazionarsi con progettisti, professionisti, tecnici e rappresentanti delle imprese edili grazie al coinvolgimento di tavoli tecnici permanenti da costituirsi nel segno della piena collaborazione.
Infine, sul fronte del metodo e degli strumenti, il documento suggerisce l'elaborazione di piani per una buona amministrazione del governo della città, come elementi di semplificazione che vadano ad inserirsi in un iter già previsti. In primis, l’individuazione rapida di un "master plan" generale della città che si ponga come disegno ideale esemplificativo dello zooning del Piano degli Interventi (PI), secondo gli indirizzi indicati dall'amministrazione. Piano che deve restare "aperto" alle istanze di modifica da parte degli utenti secondo forme di concertazione ristretta, in modo che le potenzialità emergenti dalla domanda del mercato possano concretizzarsi in tempi rapidi una volta verificata la compatibilità delle proposte con gli indirizzi della pianificazione territoriale vigente. Soprattutto, si chiede una nuova impostazione del Piano degli Interventi che vada ad individuare solo le destinazioni non consentite. Questo, appunto, nel segno della semplificazione. E ancora, si propone la redazione del Piano Paesaggistico Territoriale in modo da accelerare l’iter procedurale di rilascio delle autorizzazioni dei progetti redatti in aree sottoposte a vincolo; la redazione del Piano del Verde che permetta una visione e una gestione generale di tutte le sue componenti, anche legate al mondo agricolo, collinare e boschivo. E, a chiudere, la redazione del Piano del Colore al fine di accelerare e semplificare l’iter di rilascio della relativa autorizzazione, nonché tutelare il patrimonio edilizio storico e la sua visione d'insieme.

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