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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Grande Castelvecchio e una fondazione per l'arte. Tommasi: «Verona da valorizzare meglio»

Il candidato sindaco ha ascoltato le proposte di politica culturale avanzate dai candidati della lista Damiano Tommasi Sindaco, che chiedono una programmazione annuale compatta e di alta qualità

Sì al progetto Grande Castelvecchio, per ammodernare ed ampliare il museo, cercando un confronto serio e sereno con il Ministero della Difesa; una riflessione museologica a tutto campo, che comprenda anche le destinazioni di Castel San Pietro, Palazzo del Capitanio e Palazzo Forti; una programmazione culturale annuale compatta e di alta qualità, anche per stabilizzare le presenze turistiche; e infine una fondazione di partecipazione per l'arte. Queste le principali idee di politica culturale esposte dalla lista Damiano Tommasi Sindaco. Ad illustrarle sono stati due candidati inseriti nella lista, Alberto Battaggia e Sergio Cucini, con Camilla Bertoni a fare da sponda. Le conclusioni sono state poi affidate al candidato sindaco Damiano Tommasi che ha esortato a guardare avanti: «È vero, sono stati fatti tanti errori in passato, ma non prendiamoli come alibi: possiamo e dobbiamo valorizzare le tante risorse materiali e intellettuali di cui disponiamo, magari con quella fondazione per l'arte che non abbiamo inserito nel programma della coalizione».

Nel suo intervento, Battaggia ha proposto un unico assessorato per cultura e turismo. «Due settori autonomi, storicamente e concettualmente, ma anche complementari, specialmente in una città come la nostra che soffre di alcune gravi criticità», ha dichiarato, aggiungendo che nei prossimi anni Verona avrà bisogno «di notevolissime risorse finanziarie e progettuali per restaurare, ammodernare ed ampliare il sistema museale». Un ammodernamento che deve interessare anche i modi con cui si fruisce la cultura. «Ad esempio - ha spiegato Battaggia - con soluzioni di realtà aumentata e digitalizzazioni. Ma abbiamo bisogno anche di un calendario annuale di grandi eventi culturali, coordinato con le nostre stagioni operistiche, teatrali e musicali per stabilizzare i flussi di visitatori della città e farli rimanere più giorni».
In chiusura, Battaggia si è soffermato sul tema forse più intrigante: il progetto di una fondazione di partecipazione per l'arte. «Sarebbe lo strumento adatto a governare la complessità del nostro patrimonio storico-artistico, conciliando la tutela pubblica dei beni conferiti dai proprietari - ha dichiarato - e la flessibilità e l'autonomia gestionale di un soggetto privato, riuscendo a coinvolgere anche gli imprenditori privati».

Sergio Cucini, da ex presidente degli albergatori, ha evidenziato: «Verona ha perso posizioni nelle graduatorie e faticherà a risollevarsi in un mondo che è diventato sempre più competitivo e dove la capacità di creazione di valore da parte del comparto turistico è percepita universalmente. Servono idee, visione e strategie per far diventare il turismo un settore economico trainante e solido per la realtà cittadina e per il territorio circostante». Pochi punti ma essenziali, quelli sottolineati da Cucini: «Il coordinamento delle aziende partecipate che hanno attinenza con il turismo, la ridiscussione del ruolo della Dmo nella strategia turistica regionale; una gestione dell’accoglienza moderna e non burocratica; un coordinamento degli eventi dal livello locale, comunale, provinciale affinché vengano evitate le dannose sovrapposizioni. E infine, una gestione della città che permetta di renderla accessibile, inclusiva e sostenibile».

Camilla Bertoni si è ritrovata in buona parte delle analisi e nelle proposte dei due relatori della lista Damiano Tommasi, fondazione per l'arte compresa, proponendo una ricostruzione assai critica delle politiche culturali veronesi degli ultimi anni. «L'arte contemporanea è praticamente scomparsa - ha sottolineato - assieme alle funzioni di quel Palazzo Forti, prima motore vivacissimo di creatività ed iniziative culturali e poi, addirittura, venduto dal Comune a Cariverona senza che questa, a suo tempo sapesse cosa farne».

«Arte e cultura, volano del nostro sviluppo umano ed economico, sono elementi fondativi dell'identità storica di Verona città unica e come tale riconosciuta nel mondo - ha concluso il candidato sindaco Tommasi - Ma non dimentichiamo quanto sia importante anche la cultura di tutti i giorni, quella che troviamo nei quartieri, nelle biblioteche, nelle occasioni di formazione che avvengono dentro e fuori le mura scolastiche».

Unico distinguo, al termine della presentazione, quello di Massimiliano Urbano, da poco rientrato in Azione Verona ma non candidato. «Ho deciso di non presentarmi alle elezioni - ha spiegato Urbano - Il motivo fondamentale di questo diniego è riconducibile alla mia ben nota contrarietà al progetto denominato Grande Castelvecchio, che so essere un'idea vista con favore da più componenti della coalizione che sostiene Tommasi. Coalizione di cui fa parte anche il mio partito».
E proprio il partito Azione è pronto ad alimentare la campagna elettorale di Tommasi con Matteo Richetti. Il presidente di Azione farà tappa a Verona domani, 27 maggio, con un appuntamento pubblico alle 17 al Caffè Wallner insieme al candidato sindaco. Poi alle 18.30 conferenza pubblica con gli iscritti del partito di Verona al Payanini Center di Via San Marco.

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