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Tommasi unisce la sua coalizione sotto un'unica bandiera: «Quella della città»

Il candidato sindaco del centrosinistra ha ascoltato gli stimoli dei circoli PD di Verona, a cui ha detto: «Prepariamoci a governare»

Rendere le circoscrizioni di Verona più forti ed efficienti ed uno dei punti chiave del programma elettorale di Damiano Tommasi, candidato sindaco del centrosinistra veronese. Un punto che non si concretizza senza l'ascolto dei quartieri e l'esempio, Tommasi, lo ha dato ieri sera, 1 aprile, in Sala Lucchi, nell'incontro con i circoli del Partito Democratico. In due ore, sono stati affrontati molti temi proposti dai consiglieri comunali e di circoscrizione del PD, dai segretari dei circoli e dai presidenti della seconda, quarta e settima circoscrizione.

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Al candidato sindaco sono state mostrate «potenzialità e criticità di una città che da 15 anni attende politiche urbanistiche che valorizzino anziché penalizzare i quartieri», hanno fatto sapere da un PD di Verona sensibile anche a politiche ambientali «che incrementino il verde pubblico fruibile e trasformino il traffico in senso sostenibile, liberando al contempo spazi di socialità nei quartieri», a politiche sulla sicurezza «non disgiunte dal tema dell'inclusione sociale» e a politiche culturali «capaci di rilanciare il territorio con un turismo di qualità e sostenibile».
A questi stimoli, Tommasi ha risposto: «Sento la responsabilità della competizione, ma soprattutto la responsabilità del compito di raccontare un'altra Verona e il dovere di mettere a terra i progetti collegati a questa nuova visione. Ho 6 figli e un'attività impegnativa, quindi prima di accettare questo progetto di medio-lungo termine ho dovuto pensarci bene su. Ma adesso che siamo partiti dico che ci dobbiamo preparare a governare più che a vincere».

Nel ripercorre le tappe che hanno portato all'individuazione della candidatura di Tommasi, il segretario del PD cittadino Luigi Ugoli ha sottolineato come sia stato trovato il «giusto mix tra partiti e civisimo» andando oltre la vulgata che vorrebbe tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra. E nel ribadire che il PD veronese è al servizio del candidato sindaco Damiano Tommasi, il segretario provinciale Maurizio Facincani ha sottolineato il valore aggiunto di rete che il Partito Democratico può fornire nelle sue articolazioni regionali e soprattutto nazionali.

Tommasi ha infine spiegato alla platea del PD perché non avrebbe mai potuto essere soltanto il candidato di un partito, in primo luogo «perché non ho mai avuto una tessera di partito e la mia candidatura ha senso soltanto in una dimensione amministrativa» e in secondo luogo «perché ho troppo rispetto per il vostro percorso politico e per il lavoro, anche di opposizione, che avete fatto nella società e nelle istituzioni in questi anni».

Il candidato è infine tornato sui concetti di rete e di unità del progetto: «Per amministrare una città servono le persone, non ne basta una sola, serve una rete la cui unità deve essere messa davanti alle singole bandiere. Questa partita ha sicuramente dei risvolti nazionali ma il campo di gioco è Verona dove c’è una sola bandiera da tenere in alto: quella della città».

Una bandiera che marcia verso una Verona che metta al primo posto le famiglie e la scuola, ma anche il cosiddetto "terzo settore" a cui Tommasi intende dedicare un assessorato. Una Verona che avvicini le proprie aziende alle opportunità offerte dall'Europa, che non ragioni più come singola città ma come territorio più esteso e che colga tutte le occasioni positive che arriveranno grazie all'appuntamento olimpico del 2026.

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