Con centrodestra e "terzo polo" per +Europa è scontro sui diritti
Due candidati veronesi, Nalin e Pasetto, attaccano l'ex alleato Calenda e la coalizione di centrodestra. «Ci confronteremo ogni giorno con idee retrograde per affermare il futuro e il progresso»
Un colpo al centrodestra e un altro al cosiddetto "terzo polo". Due candidati veronesi di +Europa hanno cominciato la campagna elettorale marcando il territorio e mostrando le loro proposte in contrapposizione a quelle degli avversari politici. La candidata alla Camera Anna Lisa Nalin si è allineata alla comunicazione della coalizione di cui fa parte, riducendo la sfida elettorale in uno scontro tra centrodestra e centrosinistra. Il candidato al Senato Giorgio Pasetto ha invece attaccato Carlo Calenda, leader di Azione che si è sganciato dall'alleanza di centrosinistra per formare un asse centristra con Italia Viva di Matteo Renzi.
Ciò che accomuna gli interventi di Nalin e Pasetto è il cuore del programma di +Europa, partito che pone al centro la battaglia sui diritti. «È chiaro che gli elettori dovranno scegliere tra due modi diversi e contrapposti di intendere la società e il futuro dei nostri territori e del nostro Paese - ha dichiarato Anna Lisa Nalin, abbracciando la strategia "o noi o loro" utilizzata anche dal Partito Democratico e dagli altri alleati di centrosinistra - Le forze democratiche e progressiste che io rappresento, vogliono un modello di civiltà aperta, inclusiva, che non lasci indietro nessuno e che investe sulle nuove generazioni. Dall'altra parte ci sono i sovranismi, le paure e i moralismi che creano divisione e intolleranza. Noi siamo per i valori dell'Europa e delle democrazie occidentali, per mettere in comune il più possibile e rilanciare il Paese con gli investimenti che l'Europa stessa ci offre attraverso il Pnrr e non solo, siamo per l'aumento della spesa in istruzione e formazione che valga per tutti e per agevolare il lavoro ai giovani sotto i 35 anni, per un bilancio pubblico che non crei debito per le prossime generazioni ma che regali loro prospettive e crescita. Siamo per i diritti di civiltà come lo Ius Scholae, per la legalizzazione dell'eutanasia, della cannabis togliendo alla criminalità un fatturato miliardario, per garantire davvero alle donne il diritto sul proprio corpo e alla maternità consapevole. Dall'altra parte sappiamo bene cosa c'è: l'integralismo, l'isolamento e l'idea di uno Stato morale che decide al posto dei suoi cittadini. Ci confronteremo ogni giorno con queste idee retrograde per affermare il futuro e il progresso».
Per Pasetto, invece, la sfida è con Calenda. Entrambi, infatti, sono capolista nel collegio plurinominale veronese del Senato; Pasetto per +Europa e Calenda per Azione. I due partiti, fino a poco tempo fa alleati, ora sono in contrapposizione e Pasetto mostra le differenze. «Quando Calenda, chiamato ad esprimersi sulla legalizzazione della cannabis, ammette di non avere una posizione in merito, dimostra di non aver capito che un programma elettorale incentrato sulle questioni economiche ma che ignora i temi sociali, è qualcosa che non sta in piedi. Non ci si può occupare di giovani e di soldi pubblici senza considerare il peso delle narcomafie sulla vita quotidiana dei nostri ragazzi e sull'elusione fiscale. Altrettanto non si può parlare di bilanci delle famiglie senza occuparsi del riconoscimento di unioni e dei diritti all'adozione. Infine non si può parlare di spesa pubblica per la sanità e l'assistenza senza affrontare il tema del fine vita. Ma Calenda su tutto questo non sa che dire e si propone con il suo assordante silenzio in una regione dove bigottismi, arretratezza sui diritti civili, integralismi religiosi e ideologici lasciano ancora segni profondi».