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Mobilità, PD: «Non smonteremo quanto è stato fatto, ma lo correggeremo»

In vista del confronto elettorale di Verona, il Partito Democratico ha tracciato la linea sul tema della viabilità ed ha proposto soluzioni su filobus, traforo e metropolitana di superficie

Filobus, traforo delle Torricelle e metropolitana di superficie. Lunedì scorso, 11 aprile, al Centro Tommasoli di Borgo Venezia, il Partito Democratico veronese ha fatto il punto sui grandi temi della mobilità e della viabilità cittadine in vista delle comunali del 12 giugno.

Una sessantina di persone hanno assistito alla serata introdotta dal segretario del sesto circolo PD Stefano Salvemini. Davanti al candidato al consiglio comunale Giorgio Furlani, il deputato Diego Zardini ha espresso una linea del partito diversa dal passato. Il PD non ha intenzione di lavorare per smontare quanto fatto dalle precedenti amministrazioni, ma per correggerne gli errori con proposte concrete e non propagandistiche. L'obiettivo è di imprimere al sistema cittadino la svolta di sostenibilità declinata innanzitutto in termini di miglioramento della qualità della vita nei quartieri. Una qualità di vita che, secondo la consigliera Rita Andriani, si misura con la disponibilità, in ogni quartiere, dell’intera gamma di servizi pubblici e privati raggiungibili a piedi o in bicicletta.

FILOBUS

Secondo l'urbanista Giulio Saturni, "correggere gli errori" significa riconoscere che il filobus non è il sistema di trasporto rapido di massa che la città attende da 30 anni, ma rappresenta comunque una occasione. E l'esperto di mobilità sostenibile Francesco Avesani ha aggiunto: «È proprio ai poli del trasporto pubblico e lungo le linee forti che la città va densificata, per non continuare a soffrire delle conseguenze della città diffusa: traffico incontrollato, generale senso di insicurezza, scarsa qualità urbana, perdita di relazioni».
Sebbene secondo il senatore Vincenzo D’Arienzo non sia possibile escludere la revoca del finanziamento pubblico del filobus da parte del Ministero, il quale ha già dato un ultimatum ad Amt in quanto dal 2018 non registra progressi sull’opera, il PD lavorerà per salvare il finanziamento pubblico e, parallelamente, continuerà la ricerca di un vero trasporto pubblico rapido di massa per recuperare il ritardo che ci separa dalle città contermini come Brescia o Padova che stanno già progettando il secondo ramo della metropolitana e della tranvia.

TRAFORO

Sul traforo, Zardini ha ricordato l'ipotesi di tunnel corto, urbano, gratuito con priorità al trasporto pubblico, elaborata nel 2011 da un gruppo di lavoro del PD, precisando che la proposta andrà valutata una volta acquisiti tutti i dati precisi sui flussi di traffico. E comunque non prima di aver modernizzato il sistema della mobilità cittadino, a cui mancano ancora i parcheggi scambiatori e che presenta livelli di ciclabilità ancora insoddisfacenti e un sistema di trasporto pubblico non ancora all'altezza delle sfide.
Tra gli obiettivi intermedi, Avesani ha citato la possibilità di ridurre di circa il 20% il traffico delle ore di punta. «Bisogna convincere due persone su dieci a spostarsi con altro mezzo», ha dichiarato. Mentre Saturni ha citato la possibilità di trasferire le scuole che insistono sul quartiere di Santo Stefano. «A scuole chiuse - ha concluso - i problemi di traffico spariscono».

METROPOLITANA FERROVIARIA DI SUPERFICIE

Tutti concordi sul fatto che la prossima grande occasione per una svolta nella mobilità cittadina sarò legata all'Alta Velocità, una volta realizzata la quale, nel 2030, si libereranno i binari storici sulla linea Peschiera-San Bonifacio. Binari «capaci di decine e decine di treni giornalieri per un effettivo sistema ferroviario metropolitano di superficie», ha precisato D’Arienzo. Occorre però lavorarci fin da subito, soprattutto a livello regionale.
A questo proposito il consigliere comunale Stefano Vallani ha notato che la Regione Veneto è tra le pochissime del Nord Italia a non integrare con risorse proprie i contributi dello Stato per il trasporto pubblico, mentre la consigliera comunale Elisa La Paglia ha osservato che con le compensazioni per la Tav si potevano riattivare almeno due stazioni ferroviarie, tra cui quella di Parona, per un inizio di metropolitana ferroviaria di superficie. «Invece - si è sfogata La Paglia - l'amministrazione comunale ha deciso di finanziare il progetto di tunnel sotto lo scalo merci che oltretutto costa molto di più, circa 40 milioni di euro».

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