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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Centrodestra sconfitto a caccia di colpevoli. Per i tosiani è tutta colpa di Sboarina

Flavio Tosi: «Aver rifiutato apparentamento è stata scelta illogica». Bisinella: «Arroganza e personalismi hanno prevalso sull'interesse della città». Bozza: «Senza la parte moderata il centrodestra non vince»

Il centrodestra di Verona avrà bisogno di tempo per analizzare le cause che hanno portato alla sconfitta elettorale di ieri, 26 giugno. Il candidato sindaco Federico Sboarina ha perso il ballottaggio con Damiano Tommasi e quindi il centrosinistra torna a governare nel capoluogo scaligero.

Tra le ragioni della sconfitta del centrodestra, una appare più evidente di altri: il centrodestra veronese era diviso. Al primo turno del 12 giugno, c'erano due candidati: Sboarina e Flavio Tosi. Il primo è andato al ballottaggio con Tommasi, mentre il secondo ha cercato di riunire il fronte con un apparentamento. Alcuni hanno ritenuto la proposta utile, altri invece l'hanno giudicata tardiva. Sboarina l'ha comunque rifiutata e nessuno potrà mai sapere come sarebbe andato il ballottaggio se il sindaco uscente si fosse davvero apparentato con Tosi.

Per analisi più approfondite ci sarà tempo, ma per il momento il centrodestra veronese non sembra alla ricerca delle cause della sconfitta. Il centrodestra veronese è alla ricerca di colpevoli, mostrandosi ancora diviso. I tosiani infatti gettano la croce su Sboarina, mentre i sostenitori dell'ormai ex primo cittadino puntano il dito contro Tosi.

«Tra i due litiganti il terzo gode - ha commentato Ciro Maschio, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia a Verona, e compagno di partito di Sboarina - E così un centrodestra al 60% ma diviso regala la propria roccaforte ad una sinistra al 40% ma unita. Gli elettori giustamente puniscono chi litiga e chi pecca di presunzione. Che serva di lezione a chi non l’aveva capito e si ostinava a non ascoltare mai». Una probabile frecciatina a Sboarina da parte di chi gli suggeriva di apparentarsi oppure a Tosi, il quale questa mattina è intervento al programma di La7 L'aria che tira - Estate dicendo: «Il rifiuto all'apparentamento da parte di Sboarina è stato illogico ed ha maldisposto gli elettori di centrodestra che al primo turno avevano scelto me. Elettori che poi si sono divisi equamente al ballottaggio: una parte non è andata a votare, una parte ha votato Tommasi e una parte ha votato Sboarina. E Sboarina ci ha poi messo del suo anche nell'ultima parte di campagna elettorale, estremizzando i toni e buttandola sullo scontro ideologico. Questo alla città non è piaciuto».

Ed anche due tosiani come Patrizia Bisinella ed Alberto Bozza hanno giudicato l'esito del voto più come una sconfitta di Sboarina che non del centrodestra. «I sondaggi dei partiti del centrodestra, prima dell'inizio della campagna elettorale, mostravano un basso gradimento popolare per Sboarina - ha scritto Bisinella - Da parte nostra, si è cercato di far capire che con un candidato diverso il centrodestra avrebbe potuto andare unito fin dal primo turno con ottime possibilità di successo. L’arroganza e i personalismi di pochi, Sboarina in primis, hanno invece prevalso sull'interesse della città e sull'unità di una coalizione. Con Forza Italia e le altre nostre liste civiche si è condiviso un percorso politico e un programma preciso per il rilancio di Verona e data la mancanza di condivisione di Lega e soprattutto di Fratelli d'Italia, che hanno voluto imporre il loro candidato, ci siamo dichiarati disponibili, dopo il risultato del primo turno, qualunque fosse, a collaborare, a patto fosse mantenuta la reciprocità. Ma questa reciprocità è sempre mancata. Con il rifiuto dell’apparentamento, Sboarina, con arroganza e scarso acume politico, ha preferito esasperare la frattura del centrodestra e consegnare la città alla sinistra. Le responsabilità sono solo sue e di quanti in questa scelta lo hanno incoraggiato».
Ancor più dure le parole di Bozza: «A Verona ha perso Sboarina e quella parte di destra intransigente che dopo 20 anni è riuscita nell'impresa di consegnare la città al centrosinistra. Finito il primo turno, dove i veronesi si sono espressi chiaramente a favore del centrodestra, i personalismi dovevano essere messi da parte. Si doveva mettere davanti il bene della città e del centrodestra. Senza la parte moderata il centrodestra non vince, e lo si è visto. Se Sboarina e i suoi avessero accettato l’apparentamento oggi sarebbe sindaco di Verona».

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