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Centrodestra veronese in frantumi e Sboarina sempre più capro espiatorio

Lega e Tosi rinfacciano al sindaco uscente il mancato apparentamento, mentre da Fratelli d'Italia la leader Meloni lo difende. E tutti cercano di scaricare le colpe sugli altri

È attribuito al poeta britannico John Keats l'aforisma: «La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana». E meglio non si può sintetizzare la tendenza tutta umana ad intestarsi anche solo una parte dei successi e al tempo stesso a scaricare sugli altri le colpe degli insuccessi. Se sul carro del vincitore tutti vogliono salire, dal carro degli sconfitti tutti vogliono scendere. E sul carro del centrodestra di Verona, battuto alle elezioni comunali, rischiano di rimanerci solo Federico Sboarina e pochi suoi fedelissimi.

Dopo aver fatto i complimenti a Damiano Tommasi, il sindaco uscente ha difeso le sue scelte e in particolare una: quella di non volersi apparentare con Flavio Tosi al ballottaggio. Scelta invece criticata dagli alleati, Lega su tutti, ma anche da alcuni compagni di partito di Sboarina. Non tutti all'interno di Fratelli d'Italia erano d'accordo con il candidato. Alcuni volevano l'alleanza con Tosi, ma questa alleanza non c'è stata e alla fine il centrodestra ha perso.
E la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, commentando l'esito dei ballottaggi in tutta Italia, non dà nessun giudizio sulla scelta di Sboarina, ma trova comunque un modo per difenderlo: «Credo che il centrodestra debba fare una riflessione sul tempo che ha speso in polemiche interne - ha detto Sboarina - Ho trovato curiosa, ad esempio, la polemica continua sul mancato apparentamento a Verona da parte degli alleati, mentre a Catanzaro Fratelli d'Italia ha sostenuto lealmente un candidato di centrodestra che pure ci aveva negato l'apparentamento». Nelle parole di Meloni non si fa nessun accenno alle responsabilità di Sboarina, mentre si evidenziano quelle degli alleati (Forza Italia e Lega) che prima del ballottaggio hanno criticato e non sostenuto il candidato di centrodestra.

Dalla Lega, Matteo Salvini si è detto dispiaciuto per la sconfitta di Verona a causa di «divisioni e litigi nel centrodestra». Litigi a cui però sente di non aver partecipato, perché il Carroccio avrebbe cercato in tutti i modi l'apparentamento. Apparentamento che però non è stato possibile tra Sboarina di Fratelli d'Italia e Tosi di Forza Italia.

Tosi che, invece, ne ha per tutti. «La sconfitta del centrodestra a Verona ha un responsabile: Federico Sboarina - ha dichiarato Flavio Tosi - Ha rifiutato l'accordo al secondo turno con Forza Italia ed ha consegnato Verona alla sinistra. Ma dalla sconfitta di Verona esce ridimensionata anche Giorgia Meloni: una leader che non sa gestire il suo sindaco più importante, che non sa farlo ragionare, come può pensare di gestire l'intero centrodestra? Inoltre per essere il nostro premier è indispensabile avere un profilo non populista e non estremista, ma invece liberale ed europeista, caratteristiche positive oggi incardinate e rappresentate da Forza Italia. Poi c'è il discorso Lega dove Salvini intelligentemente ha lavorato per unire. Ma gli si è opposto Zaia, stoppando il dialogo. Zaia del resto è stato il più acceso sostenitore di Sboarina fino all’ultimo, l'unico leader ad affiancarlo anche nella settimana del ballottaggio. Non lo ha fatto Salvini e non lo ha fatto nemmeno la Meloni, probabilmente consapevoli del suicidio politico messo in atto dal sindaco uscente».

E con Tosi concorda solo in parte la Lega di Verona. «Matteo Salvini ha lavorato alla luce del sole per il centrodestra unito in tutta Italia, a partire da Verona - scrivono i leghisti scaligeri - Purtroppo, nella città veneta l'unico a non volere l'apparentamento è stato il candidato Federico Sboarina». Anche la Lega, dunque, scarica tutte le colpe su Sboarina, ma salvano Zaia. Secondo Tosi, infatti, Zaia si sarebbe opposto all'apparenamento, ma si tratta di ricostruzioni che «non hanno alcun fondamento» per la Lega di Verona perché «il presidente della Regione non si è mai intromesso nelle scelte della Lega per le elezioni amministrative, a Verona o altrove».
Non si sarà intromesso, ma comunque Zaia ha sostenuto Sboarina fino all'ultimo e prima del ballottaggio aveva detto a Tosi: «La sconfitta o la vittoria a Verona saranno condivise da tutti». Forsa la frase più smentita dai fatti di tutta la campagna elettorale. Perché la sconfitta è orfana.

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