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Cannabis, Pasetto: «Legalizziamola». Verona al Centro: «Uso di droghe va contrastato»

Il candidato al consiglio comunale per +Europa continua a combattere la sua battaglia, attirando critiche da liste avverse. E Azione, che con +Europa è federata, evidenzia: «Abbiamo sensibilità diverse»

Ha denunciato «danni e assurdità» della politica proibizionistica sulla cannabis. E lo ha fatto ieri, 6 giugno, da Verona durante la campagna elettorale che lo vede candidato al consiglio comunale nella lista di +Europa-Azione per Damiano Tommasi. Giorgio Pasetto prosegue la sua battaglia per la legalizzazione, per rendere effettivo il suo utilizzo a scopo terapeutico e per «far partire da Verona una politica di libertà, legalità e diritti».

«Siamo nella città, nella quale un partito che la governa, la Lega, insieme a tutte le altre forze reazionarie, bigotte, oscurantiste della destra, hanno tentato di far passare regolari esercizi commerciali, i negozi di cannabis light, come luoghi di spaccio di stupefacenti - ha dichiarato Pasetto - Un commercio legale, un'impresa che viene additata alla stregua del crimine organizzato. Questo ci dice che è proprio da qui che deve invece partire una battaglia di civiltà e progresso, contro un proibizionismo cieco che sta facendo danni gravissimi ai nostri ragazzi, costringendoli ed essere clienti della vera criminalità, ad imprese regolari e a migliaia di nostri concittadini che soffrono e che sono privati di rimedi farmacologici».
E proprio sugli scopi terapeutici della cannabis è intervenuto insieme a Pasetto anche il parlamentare di +Europa Riccardo Magi: «È solo una pianta, eppure ha subìto una demonizzazione. Uno stigma che ha finito per riguardare tutti gli usi possibili, compreso quello terapeutico. Chi ne ha bisogno e diritto con regolare prescrizione non riesce a farlo perchè nel nostro paese non se ne produce e importa abbastanza. Il nostro sistema sanitario non è in grado di metterla a disposizione del malato. In Italia gli unici che possono produrre la cannabis terapeutica sono i militari. Bisognerebbe creare un sistema di produzione nazionale e di importazione, ma non ai prezzi di oggi che sono esorbitanti e di fatto la rendono una cura per ricchi». Ed il medico Eugenio Cavallo ha aggiungo: «Dietro all'uso terapeutico, c'è una regolare prescrizione medica che indica il tipo di prodotto appropriato. Ci sono persone che curandosi con i giusti derivati della cannabis, possono vedere sensibilmente migliorata la propria vita. Pazienti con patologie gravi ritrovano l'appetito, leniscono dolori altrimenti intollerabili. Parliamo di dolore che resiste alle terapie convenzionali o di persone che non ne sopportano gli effetti collaterali. Alcuni derivati possono essere preparati direttamente dal farmacista, ma ci sono resistenze culturali enormi: a Verona solo una farmacia lo fa».

C'è dunque una questione politica e culturale che Pasetto vuole affrontare. «Provate ad immaginare se proibissimo la produzione della vite, perchè il vino fa male - ha concluso il candidato al consiglio comunale - Come tutte le cose si usa il buon senso e si cerca la sicurezza di quello che stiamo bevendo e consumando. Il problema è enorme e si sviluppa su tre piani. Quello terapeutico sfiora l'assurdo: vengono regolarmente prescritti oppiacei, subito reperibili in farmacia, ma dei derivati della cannabis c'è una specie di terrore. Poi c'è l'aspetto dell'uso ricreativo. È legale, eppure proprio la politica che governa la nostra città si è prodotta in una crociata contro i negozi di cannabis light, mettendoli in cattiva luce rispetto all'opinione pubblica. Un sabotaggio politico ai danni di una categoria di commercianti perfettamente in regola. In ultimo, bisogna affrontare il tema della cannabis considerata uno stupefacente. Qui serve informazione, onestà intellettuale e realismo. I nostri ragazzi sanno perfettamente dove procurarsela, ogni volta che escono di casa. Il mercato è immenso e a cielo aperto, ma soprattutto è in mano alla criminalità che si arricchisce, con un giro di miliardi ogni anno. Legalizzare significa poter avere un vero quadro del fenomeno, poterlo disciplinare, prevenire le eventuali devianze e combattere il crimine».

Una posizione, quella di Pasetto, avversata dai candidati al consiglio comunale della lista Verona al Centro, la quale sostiene Federico Sboarina. «Chiediamo a tutti i candidati sindaco di garantire alle famiglie veronesi la sicurezza dei nostri figli sia in campo educativo che sanitario - ha detto il capolista Filippo Grigolini - L'uso delle droghe va contrastato a priori senza se e senza ma e senza fare mistificazioni rispetto all’utilizzo di prodotti farmacologici in campo curativo».
«Nonostante i disastri sociali e relazionali, in particolare sui nostri giovani, che il Covid ci ha lasciato in questi due anni non è chiaro a quale pro (se non quello prettamente propagandistico) Pasetto rilanci l’idea della legalizzazione della cannabis - ha aggiunto Antonio Zerman, sempre di Verona al Centro - Si esalta l'idea che laddove la droga viene liberalizzata si riduca anche l’indotto sommerso legato alla criminalità dello spaccio. Peccato che non sia così».

Grigolini e Zerman hanno inoltre chiesto se Azione, partito federato con +Europa, è d'accordo con Pasetto. E proprio l'esecutivo di Azione Verona ha replicato: «Il richiamo a "garantire la sicurezza ai nostri figli" è una riprovevole strumentalizzazione. E Azione e +Europa pur presentandosi convintamente insieme alle elezioni, su alcuni temi mantengono un'ampia autonomia e sensibilità diverse e ciò è inteso da entrambi come un'occasione di arricchimento. Azione e +Europa sono partiti realmente liberali ed hanno dato vita ad una federazione paritetica dove ogni componente ha la massima libertà d'espressione. Essere liberali significa anche ascoltare i punti di vista altrui, a maggior ragione se esposti in modo serio. Forse in altri ambienti ciò non è tollerato».

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