Sboarina chiude all'apparentamento, Tosi: «Pericoloso assist alla sinistra»
Il sindaco uscente si è messo di traverso anche nel suo stesso partito, Fratelli d'Italia, che da Roma spinge per l'unificazione del fronte di centrodestra
Il dubbio di ieri mattina, 16 giugno, era questo: Federico Sboarina e Flavio Tosi possono fare squadra? Dopo cinque anni di opposizione dura e dopo una campagna elettorale feroce, Tosi ha pensato che sarebbe bastato entrare in Forza Italia per cancellare il recente passato ed ottenere un apparentamento con il sindaco uscente. Un'offerta che sembrava impossibile da rifiutare. Da una parte ci sono i vertici nazionali dei partiti che spingono per la riunificazione del fronte di centrodestra. Dall'altra c'è Damiano Tommasi, candidato sindaco di centrosinistra, che numeri alla mano è in vantaggio. E i voti degli elettori tosiani avrebbero permesso a Sboarina di recuperare lo svantaggio e di presentarsi al ballottaggio con maggiori sicurezze.
Ma la risposta del sindaco uscente è stata negativa. Nessun apparentamento, per ora. Nessuna alleanza con Tosi. La scommessa di Sboarina è che gli elettori tosiani, pur di non far vincere Tommasi, il 26 giugno prossimo andranno alle urne e voteranno Sboarina. Magari non ci andranno tutti, ma una parte di quel 24% che domenica scorsa ha scelto Tosi, alla fine voterà Sboarina. E non perché vuole farlo vincere, ma perché vuole far perdere Tommasi. È la strategia del "male minore" ed in politca a volte funziona.
Abbiamo dunque avuto una risposta. Sboarina e Tosi, per il momento, non riescono a fare squadra. E questo mette Sboarina in una posizione scomoda anche nei confronti del suo stesso partito, Fratelli d'Italia, che da Roma ha dato mandato «a tutta la classe dirigente veronese e veneta di adoperarsi in ogni modo affinché si determini nella migliore forma possibile, la sostanziale unità delle forze politiche di centrodestra», come si legge in una nota ufficiale del partito di Giorgia Meloni. E lo stesso ha chiesto la Lega di Matteo Salvini, alleata con Fratelli d'Italia a sostegno di Sboarina.
È possibile che il sindaco uscente non abbia ritenuto che l'apparentamento con Tosi fosse «la migliore forma possibile» per arrivare alla «sostanziale unità dellle forze di centrodestra». E che quindi sia ancora alla ricerca di una soluzione.
Sta di fatto che Tosi non è contento e lo ha scritto nero su bianco: «Sboarina ha deciso di spaccare il centrodestra a Verona e di offrire un pericoloso assist alla sinistra. Ne prendiamo atto, con profondo rammarico e soprattutto immaginando lo sconforto e la delusione del 24% degli elettori veronesi che mi hanno votato al primo turno, dando fiducia a una visione liberale, dinamica, pragmatica e di buon governo della città. Lanciare generiche chiamate al nostro elettorato quando platealmente non se ne rispetta la volontà, è un esercizio velleitario, miope, senza prospettiva. Come si può fare appello a tutto il popolo del centrodestra, se la metà di questo non troverà sulla scheda per il ballottaggio i simboli ed i riferimenti ai quali ha dato fiducia al primo turno? E si pretende pure che quel 24% venga rappresentato in consiglio comunale da degli eletti tra le fila della minoranza. Noi non abbiamo chiesto poltrone o assessorati sottobanco, ma solo di applicare in modo chiaro e trasparente la legge sui ballottaggi. Il rifiuto aprioristico denota immaturità politica ed è un errore madornale perché rischia di consegnare una città di centrodestra come Verona, baluardo dei valori liberali e moderati, alla sinistra».
È anche vero che il più volte ripetuto 24%, che è il risultato di Tosi alle elezioni del 12 giugno scorso, non è un 24% reale. Tra i sostenitori del primo escluso dal ballottaggio c'erano anche i renziani di Italia Viva, che se si sono smarcati da Tosi quando hanno appreso del suo ingresso in Forza Italia e il 26 giugno scorso potrebbero non andare a votare oppure votare Tommasi. Ed anche il Movimento Difesa Sociale si è sganciato dall'area tosiana, schierandosi per un non voto al ballottaggio.
E tutto questo mentre Damiano Tommasi continua il suo giro per i quartieri della città, tenendosi il più lontano possibile dagli accordi e disaccordi degli avversari. Chi invece, dalla coalizione di centrosinistra, continua a scrivere commenti sulle vicende dell'altra fazione politica è Giorgio Pasetto di +Europa. «Questo mancato accordo è solo un'operazione di facciata, anzi, di faccia - ha dichiarato Pasetto - Quella faccia che entrambi stavano per perdere davanti ai loro elettori. Una cosa è certa: Verona è l'ultimo dei loro interessi. Per far cambiare questo giudizio, dopo le giravolte degli ultimi giorni, dovrebbero avere il coraggio di dichiarare che non li troveremo candidati alle elezioni politiche del prossimo anno. Ma naturalmente non possono farlo. Fortunatamente tanti veronesi hanno capito che c'è la possibilità di una svolta, altri lo capiranno da qui al giorno del ballottaggio».