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Sboarina ai tosiani: «Troviamo sintesi di programma, ma no all'apparentamento»

Il candidato sindaco ha ribadito il rifiuto all'offerta fatta da Tosi tenendo però la porta aperta a possibili accordi che possano riunire il fronte del centrodestra

No all'apparentamento, sì ad una «sintesi di programma, trovata alla luce del sole e che sia chiara ai veronesi». Federico Sboarina è tornato a spiegare il suo rifiuto all'offerta di Flavio Tosi e la sua controproposta per arrivare al ballottaggio del 26 giugno con un centrodestra unito. Lo ha fatto oggi, 17 giugno, dalla scalinata di Palazzo Barbieri, annunciando al tempo stesso l'avvenuta trasformazione di Amia in una società controllata direttamente dal Comune di Verona.

Ma il cambiamento di Amia è passato in secondo piano in un momento in cui vige l'incertezza su chi potrà essere il prossimo sindaco di Verona. Le elezioni del 12 giugno non sono state risolutive e gli elettori veronesi dovranno tornare alle urne per scegliere tra due candidati sindaco: Damiano Tommasi e Federico Sboarina.
In vantaggio, al momento, c'è Tommasi che al primo turno ha raccolto quasi il 40% dei voti. Il sindaco uscente deve rincorrere ed in suo aiuto è arrivato Flavio Tosi, candidato escluso dal ballottaggio. Tosi è entrato in Forza Italia ed ha chiesto a Sboarina un apparentamento, ovvero la procedura che permette di allargare la coalizione di un candidato sindaco inglobando liste che prima del ballottaggio sostenevano un altro candidato. Con l'apparentamento, Forza Italia sarebbe entrata nella coalizione di Sboarina ed il centrodestra sarebbe tornato ad essere unito. Sboarina avrebbe avuto i voti tosiani, Tosi sarebbe entrato in maggioranza ed i vertici nazionali di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sarebbero stati contenti per la ritrovata unità del centrodestra.
Ma all'apparentamento Sboarina ha detto no. E a chi ha chiesto al sindaco uscente un ripensamento, lui oggi ha replicato: «Io non ho chiuso alla costruzione di un percorso comune che porti ad un centrodestra veramente unito. La mia è una chiusura a un tecnicismo e a logiche che sanno poco di dialogo con i cittadini veronesi. La mia porta è aperta a chi vuole condividere con noi il programma per i prossimi cinque anni. Non sono io ad aver diviso il centrodestra, è il centrodestra che si è presentato diviso. Ma questo fa parte del passato ed io non guardo al passato con lo specchietto retrovisore. Io guardo avanti e la mia volontà è quella di trovare una sintesi di programma alla luce del sole e chiara ai cittadini per poter vincere le elezioni». Ed una replica, Sboarina l'ha lanciata indirettamente anche ai vertici nazionali del suo partito che continuano a premere per unire le forze di centrodestra: «Abbiamo riflettuto a 360 gradi, ma questa è Verona e le scelte devono essere fatte pensando al bene dei veronesi e della loro città».

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