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«Elezione di Mattarella passata e centrodestra veronese è più diviso di prima»

Il sindaco uscente Sboarina non ha rotto gli indugi, come invece ha fatto il candidato del centrodestra a Padova Peghin. Bertucco: «Non si possono mettere insieme persone e partiti che non si stimano»

Sembrano essersi rimescolate le carte nel centrodestra per la ricandidatura di Federico Sboarina a sindaco di Verona. E il motivo è la rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica. Una rielezione vista di buon occhio dal mondo economico scaligero e all'apparenza anche dal mondo politico. Solo all'apparenza dal mondo politico perché il Mattarella bis ha reso ancora più profonda la spaccatura creata nel centrodestra dal governo di Mario Draghi. L'asse formato da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia non è unito in Parlamento: Forza Italia e Lega sostengono Draghi ed hanno rieletto Mattarella, Fratelli d'Italia invece è all'opposizione e non ha appoggiato la riconferma al Colle del presidente uscente. Il risultato è che per Fratelli d'Italia non esiste più un centrodestra unito a livello parlamentare. Ed ora i due principali partiti (Lega e Fratelli d'Italia) dovranno decidere se può esistere un centrodestra unito a livello locale.

Eppure tutto sembrava pronto per ufficializzare la ricandidatura di Sboarina. Mentre il centrosinistra si affidava a Damiano Tommasi, la Lega era pronta a sostenere Sboarina, candidato che in tasca ha la tessera di Fratelli d'Italia. In cambio, il leghista Francesco Peghin avrebbe corso per le elezioni comunali di Padova, sostenuto anche lui dai principali partiti del centrodestra. Tutto questo a discapito di Flavio Tosi, il terzo candidato forte delle elezioni scaligere. Candidato che sarebbe stato ancora più forte se avesse avuto la Lega ad appoggiarlo.
Solo che la candidatura di Peghin a Padova è stata annunciata, quella di Sboarina ancora no. E questa attesa può essere riempita dalle critiche del centrosinistra: «L'elezione del Capo dello Stato è passata e il centrodestra veronese è più diviso di prima, a conferma che non si possono mettere insieme persone e partiti che non si stimano - ha commentato Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune - Peghin a Padova ha già rotto gli indugi annunciando la sua candidatura per il centrodestra. A Verona, invece, è già tanto se Lega e alleati non sparano contro il sindaco uscente Federico Sboarina che ha l'ambizione di ricandidarsi. E questo che il centrodestra vuole offrire alla città, un continuo tira e molla tra alleati per tutta la durata della campagna elettorale e oltre? Sboarina e soci siano chiari: dicano se sono in grado di fare una proposta alla città e se intendono sciogliere i nodi delle tante ambiguità che si portano dietro».

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