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Martedì, 16 Aprile 2024
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Fondazione Arena, il dibattito in Comune: le molte voci delle opposizioni

Si è tenuto nella serata di ieri giovedì 3 dicembre un acceso confronto riguardante il futuro della Fondazione Arena, al momento alle prese con diverse difficoltà di tipo economico. Da parte del Partito Democratico, così come dei consiglieri pentastellati non sono mancate le critiche

Consiglio comunale strordinario molto dibattuto nella serata di ieri giovedì 3 dicembre. Al centro del confronto il futuro di Fondazione Arena, a fronte  di un presente, soprattutto sotto il profilo economico, tutt'altro che tranquilo. Dopo le parole del sindaco Flavio Tosi e di Francesco Girondini è seguito l'intervento dei rappresentanti sindacali Dario Carbone Fials-Cisal e Gianluca Gheller e Daniela Greco della Rsu Fondazione Arena, su prospettive per piano di rilancio artistico, situazione di crisi, proposte di intervento e gestione.

La parola è poi passata al capogruppo del Partito Democratico Michele Bertucco, il quale ha dichiarato che “a preoccupare è l’indebitamento della Fondazione che sta crescendo in maniera sensibile. Ricordo che il bilancio del centenario areniano del 2013 ha chiuso in leggero utile solo grazie alla cessione alla controllata Arena extra di allestimenti, bozzetti, costumi e materiale: credito inesigibile che non tornerà mai più indietro. Negli ultimi anni sono aumentati i debiti a banche (3 milioni di euro nel 2011, 10 milioni nel 2012, 13 milioni nel 2013 e 16 milioni di euro nel 2014) e a fornitori (3 milioni nel 2011, 6 milioni nel 2012, 9 milioni nel 2013 e 11 milioni nel 2014) che rappresentano il 70 per cento circa del passivo patrimoniale. Il Museo Amo è servito solo a scaricare sulla Fondazione i debiti contratti dal Comune con Cariverona. Dobbiamo da un lato impedire di arrivare al commissariamento e dall’altro consentire alla Fondazione di proseguire con un management all’altezza”.

Si sono inoltre succeduti diversi altri interventi, a cominciare da quello del consiliere Eugenio Bertolotti, il quale ha spiegato che “c’è bisogno di un cambio di registro da parte di chi sovrintende la Fondazione e dei vertici dirigenziali. Se i sacrifici devono essere fatti bisogna che chi chiede restrizioni sia credibile. Serve un piano di coinvolgimento di enti e settori che possano investire ma soprattutto rilanciare la Fondazione e le sue produzioni, cosa che non è avvenuta fino ad oggi”.

Sempre per il Partito Democratico si è espressa anche Elisa La Paglia: “Ammanchi sono stati causati da concessioni gratuite dell’Arena per eventi di indubbia qualità e valenza culturale, da gestioni fumose di trasporti, magazzini, bar, biglietti-gratuità di platea, senza contare come è svanita nel nulla l’occasione del centenario”. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il consigliere Pd Damiano Fermo: “Annullare un integrativo ai lavoratori del 30 per cento, concordato per coprire straordinari e notturni, significa non solo non capire il valore di questi dipendenti, ma anche rischiare alla fine di spendere di più. Si deve creare sinergia con altri enti culturali, sfruttando un patrimonio che è tutto italiano”.

Per il Movimento 5 stelle sono intervenuti il consigliere Riccardo Saurini che ha ricordato come “Arena extra non ha portato nulla nelle tasche della Fondazione, nonostante le serate extralirica siano aumentate fino a diventare 30. Speriamo che l’anfiteatro non venga più concesso gratuitamente per dar visibilità alla città, quando l’indotto è creato soprattutto dalla lirica e non dal resto. Per quanto riguarda il museo Amo non solo non ha mai funzionato, ma ha portato a spese che avrebbero potuto invece coprire l’affitto del Teatro Filarmonico, perché è chiaro che non può essere sostituito dal Ristori, nel quale non possono essere eseguite la maggior parte delle opere e anche l’attività sinfonica sarebbe penalizzata”. Per il capogruppo Gianni Benciolini “nel 2007 era stata fatta una proposta d’intesa tra Regione, Fondazione Arena e La Fenice per una programmazione congiunta, stralciata poi dall’attuale classe dirigenziale. Il Comune di Verona, che dovrebbe garantire una realtà culturale come è la Fondazione, ha investito sempre pochissimo, non riuscendo a programmare eventi extralirica che producessero incassi, e quando sono stati elargiti contributi straordinari, come quest’anno, avrebbe dovuto chiedere alla Fondazione almeno il rispetto della legge sulla trasparenza e la possibilità di accesso agli atti, ancora oggi difficile”.

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