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Delibera Esselunga approvata in Consiglio Comunale: l'opposizione pensa al ricorso

Nella notte tra il 16 e il 17 novembre, il Consiglio Comunale di Verona ha approvato la delibera per la variante urbanistica per costruire un Esselunga in zona fiera, ma la minoranza pensa già al Tar

Con 19 voti faroveli, 11 contrati e un astenuto, nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 novembre il Consiglio Comunale di Verona ha finalmente approvato per la seconda volta la Variante al Piano degli Interventi necessario per permettere di costruire un centro commerciale Esselunga in zona Fiera. Il progetto è stato molto ostacolato non solo dall'opposizione ma anche da alcuni membri della maggioranza.

Ora, a pochi giorni dal voto, L'Arena riporta la notizia che la minoranza in Consiglio, cioè Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sel e Forza Italia intenderebbe ricorrere al Tar per presunta illegittimità nell’approvazione.

Della seduta che ha portato all'approvazione della delibera ne parla in una nota stampa il capogruppo consiliare del PD Michele Bertucco: "Quanto accaduto l'altra notte in Consiglio comunale sarà materia per avvocati amministrativisti, a cui ci rivolgeremo, per il resto la cifra politica di questa ennesima parodia della democrazia cittadina è presto detta: nel goffo tentativo di forzare la mano per l'ennesima volta al consiglio comunale, Tosi ha combinato un nuovo pasticcio che allontana anziché avvicinare la realizzazione dell'ipermercato davanti alla Fiera a cui tanto tiene. Per gli appassionati del genere: prima dell'approvazione della delibera, avvenuta alle 2.45 del mattino al cospetto dei due esponenti della palude veronese, Marisa Brunelli e Luigi Castelletti, che nel consueto mutismo hanno contribuito a mantenere il numero legale in aula, Tosi ha calato il presunto asso nella manica: un emendamento soppressivo che, bocciando l'osservazione della società Polo Fieristico su cui verteva l'intera seduta del Consiglio comunale, avrebbe dovuto far decadere tutti gli altri emendamenti (80 Pd e 13 Cinque Stelle). Senonché l'emendamento del Sindaco è stato scritto talmente male che non sopprime correttamente tutti i punti della proposta di delibera, ma ne lascia in piedi alcuni (ad esempio il punto 3) in cui si accoglie l'osservazione. Insomma, quanto approvato dalla maggioranza è contraddittorio e verrà spazzato via facilmente. Lo stesso entourage del Sindaco pensa di ricorrere ad una delibera di rettifica che allungherà ulteriormente i tempi. Tutto questo sta accadendo sempre ed esclusivamente per responsabilità dell'amministrazione stessa, la quale cerca di forzare la mano fin dai tempi dell' "interpretazione autentica" del novembre 2013 voluta da Giacino e sostenuta senza riserve da Tosi. Ma ora basta con giochetti e forzature: Tosi deve spiegare al Consiglio e alla città come Verona Sud potrà sopravvivere ad una simile concentrazione di grandi strutture di vendita che sono state qui affastellate e quale prospettiva di sviluppo esse dovrebbero dischiudere alla città. A chi servono tutti questi centri commerciali? Perché, per l'operazione davanti alla fiera, è stato dato l'incarico di advisor alla stessa persona che davanti ai giudici ammise di avere pagato delle consulenze alla moglie di Giacino in virtù del principio di “osmosi informativa”? Qual è la ragione di tutte queste forzature?"

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