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La svolta di Verona, Damiano Tommasi porta il centrosinistra al governo della città: «Ora giriamo pagina»

«Quando si gira pagina non è mai facile, bisogna scrivere cose nuove e quando si scrivono cose nuove bisogna avere la forza di portarle avanti», ha detto il nuovo sindaco di Verona Tommasi

Nel giorno in cui ricorre il 55esimo anniversario dalla scomparsa di Don Lorenzo Milani, avvenuta il 26 giugno del 1967, l'ex calciatore Damiano Tommasi è diventato il nuovo sindaco della città di Verona. Lo ha fatto ottenendo una vittoria forse ancor più netta di quanto ci si potesse attendere alla vigilia, conquistando il 53,40% dei voti contro il 46,60% del sindaco uscente Federico Sboarina.

La città di Verona ha dunque scelto il suo nuovo sindaco, ha scelto di "svoltare a sinistra", o quantomeno di non replicare la radicale torsione a destra di cinque anni fa, e questo nonostante gli appelli all'identità tradizionalmente "di destra" della città non siano affatto mancati alla vigilia di questo ballottaggio. La bocciatura dell'amministrazione Sboarina appare però essere stata netta da parte dei cittadini, così come altrettanto poco gradita è stata, evidentemente, la strategia elettorale del sindaco uscente che ha preferito evitare l'apparentamento formale con Flavio Tosi, nonostante fossero in molti, anche all'interno del suo stesso partito, a chiedergli di compiere una scelta diversa.

Un sindaco sostenuto dal centrosinistra, a Verona, non lo si vedeva da quindici anni e il fatto che questo "avvenimento" si sia verificato dopo un mandato tra i più ideologicamente schierati a "destra", dovrebbe forse far riflettere anche chi ha governato la città fino ad oggi. Di certo a Damiano Tommasi spetta oggi il compito di ricostituire un tessuto sociale che appare bisognoso di riscoprire fiducia nel futuro, voglia di comunità, partecipazione e condivisione nelle scelte fondamentali per Verona. Idee che, a giudicare dalle sue dichiarazioni post voto, paiono essere nel cuore e nella mente del neo sindaco eletto: «Quando si gira pagina non è mai facile, - ha detto Damiano Tommasi - bisogna scrivere cose nuove e quando si scrivono cose nuove bisogna avere la forza di portarle avanti, perché saranno anni di grande impegno che ci aspettano. La politica deve attivare la gente e speriamo che la nostra amministrazione riesca a farlo nella maniera più rapida possibile».

Damiano Tommasi dopo la vittoria: «Verona raccontata in modo diverso, premiato il nostro modo di fare politica»

Vi è un dato, in effetti, sul quale lo stesso Damiano Tommasi dovrà inevitabilmente riflettere, ovvero l'alta percentuale di astenuti sia al primo che al secondo turno. Per carità, nessuno può anche solo lontanamente provare a sminuire l'importanza del risultato raggiunto da Tommasi, anche perché cinque anni addietro nel ballottaggio tra Sboarina e Bisinella votarono il 42,39% degli elettori, mentre ieri si è arrivati ad un'affluenza del 46,84%. Resta però innegabile il fatto che, purtroppo, il partito più grande sia ancora una volta quello degli "astenuti". Su questa astensione la politica deve necessariamente interrogarsi.

Una cosa molto importante, in tal senso, Damiano Tommasi l'ha già detta in modo piuttosto chiaro: «Sono convinto che tanti nostri progetti - ha sottolineato Tommasi - supereranno anche la barriera della maggioranza, perché credo che Verona debba mettere al centro la città, il futuro dei cittadini e delle cittadine, mentre spesso ci si ferma alle appartenenze e credo che questo sia un segnale uscito da questa campagna elettorale che ci ha premiato e che ha premiato anche un modo diverso di fare politica». Don Milani scriveva che «il problema degli altri è uguale al mio» e chiamava «avarizia» il fatto di «uscirne da soli» da quel problema, mentre assegnava il nome di «politica» al «sortirne tutti insieme». Sono cose che Damiano Tommasi conosce molto bene, impossibile dubitarne. Ora, per il bene di Verona, si tratta "solo" di vederle applicate al governo della città. 

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