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Dal Moro attacca sulla gestione del Catullo: «Fondo australiano interessato»

Dopo l'assemblea Aerogest, l'onorevole del PD incalza sulla situazione in cui versa lo scalo scaligero e annuncia la volontà di investirci di First State: «Circa 425 milioni compreso l’acquisto del 75% della società. Investimenti effettivi circa 350 milioni»

Il Fondo Australiano First State «ha proposto uno sviluppo vero con una visione di medio/lungo termine, con grandi investimenti. Circa 425 milioni compreso l’acquisto del 75% della società. Investimenti effettivi circa 350 milioni. Rispetto ai 65 milioni proposti da Save. Ma mi chiedo di cosa stiamo ancora discutendo?».

A dirlo, con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, è l'onorevole del Partito Democratico Gianni Dal Moro. Dopo l'assemblea Aerogest dei giorni scorsi, dove è stata annunciata l'intenzione di ridiscutere i patti parasociali o eventualmente prorogarli, il politico veronese ha attaccato sulla gestione dello scalo aeroportuale scaligero, che a suo dire sarebbe considerato il più «più brutto del Nord Italia». 
Ecco il suo post. 

A quattro anni di distanza dalla manovra politica che ha permesso che l’aeroporto passasse di fatto sotto il controllo dei privati di Save in spregio ai più elementari principi della libera concorrenza, così come confermato da Anac, la situazione dell’aeroporto veronese rimane difficile.

Ora dopo la disdetta a suo tempo dei patti parasociali a pochi giorni dalla scadenza i soci pubblici veronesi di Areogest propongono la proroga degli stessi patti parasociali. Incredibile!

La compagine azionaria è divisa, con Save e Fondazione Cariverona sempre in conflitto, Camera di Commercio e Comune di Verona agganciate a Save, Provincia di Verona e di Trento equidistanti.

L’amministrazione Sboarina rimane assente, sotto scacco della Camera di Commercio e dei suoi soci, veri sponsor politici di Save.
Il mondo economico veronese attraverso le sue rappresentanze si sta caricando da anni di una responsabilità che per molti rimane incomprensibile.

Quando all’aeroporto di Verona incontri un imprenditore o un comune cittadino e ti parlano dell’aereoporto, cercano tutti di capire le ragioni di questa situazione e poi chiedono perché la politica non interviene. È un coro unanime.

Ma verrà il tempo dove molte cose verranno a galla e si capiranno meglio le ragioni di questa situazione e le responsabilità.

Se non cambiano chi deve trattare con SAVE vedo difficile che si possa arrivare ad un accordo. Chi tratta per il territorio sono le stesse persone che hanno consegnato senza gara l’aeroporto Catullo su un piatto d’argento alla SAVE per quattro denari, raccontando la favola che nessun altro fosse interessato.
Però non hanno voluto fare la gara. Tutti possono capire.

Andrà a finire che si andrà avanti con mille scuse e la proroga diventerà l’unica soluzione su cui trovare un accordo invece di spingere verso un nuovo corso, atteso oramai da molti.

La gara internazionale per trovare il nuovo socio industriale è l’unica vera soluzione e in tal senso la Fondazione Cariverona, che dimostra da tempo grande senso di responsabilità nei confronti di Verona e dei veronesi, può essere un partner positivo importante.

Ricordo che il sistema del Garda è messo malissimo in tutti i sensi : nessun investimento non solo nel periodo SAVE, ma ormai da decenni. Ormai lo scalo di Verona, e non voglio parlare di Brescia per non infierire, è considerato lo scalo più brutto del Nord Italia.

Siamo drammaticamente indietro con lo sviluppo infrastrutturale e ci vuole una gara internazionale che metta in concorrenza Fondi Infrastrutturali che abbiano le necessarie risorse, qualche centinaio di milioni non qualche decina di milioni, per una visione di lungo termine.

Gli interessati non mancherebbero.
Il mercato è pieno di liquidità e questo non sarebbe un problema. Nell’ultimo anno aeroporti minori molto meno appetibili del Catullo, come Trieste ed Ancona sono stati privatizzati con l’ingresso di Fondi Infrastrutturali che hanno sottoscritto piani di investimenti molto ambizioni a tutto vantaggio di quei territori fortemente bisognosi di sviluppo, figuriamoci se fosse messa in gara la cessione del controllo della Catullo.

Basti pensare che a Verona c’è già stata una manifestazione d’interesse del Fondo Australiano First State, presentata ad alcuni soci, compreso il Comune di Verona. Ne sono a conoscenza tutti, almeno che qualcuno non si sia tenuta questa proposta nel cassetto, sarebbe molto grave.

Il fondo australiano ha proposto uno sviluppo vero con una visione di medio/lungo termine, con grandi investimenti. Circa 425 milioni compreso l’acquisto del 75% della società. Investimenti effettivi circa 350 milioni. Rispetto ai 65 milioni proposti da Save.
Ma mi chiedo di cosa stiamo ancora discutendo?
Cosa stanno aspettando? Il danno nei confronti del nostro aeroporto è molto grave.

Da quando è entrata Save abbiamo assistito in continuazione a promesse di investimenti, annunciati da una raffica di dichiarazione sui media.
Risultati zero, tutto fumo, ma nonostante questo ancora oggi a Verona, ci sono ancora alcuni ben noti, che difendono e sostengono Save come il salvatore del nostro aeroporto.

Il tutto ha dell’incredibile!

Depositerò a breve una richiesta di intervento da parte del Ministero. Serve la gara, altra soluzione non c’è.

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