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Fondazione Arena. Pd: "Bilancio con problemi non per colpa dei lavoratori"

Il Partito Democratico veronese riporta le critiche dei Revisori dei conti dell'ente lirico, che riguardano principalmente le previsioni del sovrintendente

Trascorse la prima e la seconda audizione del ministro Franceschini sulla crisi di Fondazione Arena, richiamata l'attenzione sul conflitto d'interessi che coinvolge il sovrintendente dell'ente lirico e mentre il commissario Fuortes lavora alla prossima stagione, il Partito Democratico di Verona torna a sottolineare situazione del bilancio di previsione, questione passata in secondo piano per l'acceso scontro tra la dirigenza della fondazione e i lavoratori, sofferenti per gli stipendi in ritardo e per una trattativa non andata a buon fine per accedere ai fondi della Legge Bray. "Dal dicembre scorso - si legge in una nota del Pd veronese - l’accesissimo dibattito sulla Fondazione Arena verte quasi esclusivamente sugli stipendi e sui contratti dei lavoratori. Non c’è alcun dubbio che molte delle voci che compongono in particolare il contratto integrativo debbano essere oggetto di ridiscussione, ma la battaglia scatenata in maniera così maldestra, divisiva e lacerante principalmente a causa dei continui diktat del sindaco Tosi, ha avuto l’effetto di far calare il velo sugli altri gravissimi problemi di tenuta di bilancio della Fondazione Arena, i quali tuttavia restano ben presenti nelle annotazioni dei revisori dei conti al bilancio previsionale 2016. Problemi che, in breve, possiamo chiamare: incapacità di formulare una proposta culturale efficace; rapporto incestuoso con la controllata Arena Extra; incapacità di gestire i rapporti con i lavoratori; sopravvalutazione delle capacità del management".

"Il quadro programmatorio - fanno sapere ancora dal Pd - che Girondini e soci hanno disegnato per il triennio 2016-2018 è molto semplice, anzi semplicistico. Dicono: chiuderemo il 2016 in sostanziale pareggio grazie ad un aumento delle serate extra lirica, mentre nel 2017 e nel 2018 torneremo a far utili (oltre due milioni all’anno!) e ad investire in nuovi allestimenti (altri due milioni all’anno...). Come? Tagliando di 5 milioni l’anno (cioè del 20%) il costo del personale. La ricetta però non convince i revisori dei conti che, molto più laicamente, osservano che la previsione di riduzione dei costi del personale è sì, in linea con il piano industriale basato sulla riduzione delle serate in Arena, ma per rendere credibile un taglio netto di 5 milioni all’anno per il biennio 2017-2018 si dovrebbero vedere dei segnali già da quest’anno, mentre il clima sindacale instauratosi e i rapporti di forza tra le parti rendono di difficile applicabilità la proposta. Infatti è andata a finire proprio così: il tavolo è saltato con il referendum dei lavoratori e la Fondazione adesso è sul baratro".

"Ma, stando sempre alle osservazioni dei revisori - aggiungono i democratici veronesi - sarebbe dubbia anche la previsione di pareggio di bilancio 2016: 'La voce sui ricavi previsti per il noleggio a terzi per serate extra-lirica in programmazione per l’anno 2016, fissata a 1.741.782 euro – scrivono i revisori – continua a registrare un notevole incremento rispetto al pre-consultivo 2015 (dove è pari a 741.781 euro), rapportato ad un maggiore numero di serate extra-lirica e per il quale non esiste documentazione di supporto'. Tradotto: ci state dicendo che farete un milione in più con l’extra-lirica ma non c’è proporzione con i dati reali a nostra disposizione relativi al 2015. I revisori hanno comunque approvato il documento. Del resto come andare a sindacare scelte che venivano gestite in solitudine da Girondini, che ad un tempo era sovrintendente della lirica e amministratore unico dell’extra lirica? Non da ultimo resta l’atavico problema dell’inaffidabilità della programmazione: 'Il Collegio evidenzia che il Piano Industriale 2015-2017 nell’anno 2015 non si è rivelato conforme all’attuazione della gestione per quanto riguarda la previsione dei ricavi (in particolare i proventi da biglietteria Arena) mentre è risultato in linea con il pre-consultivo nella parte relativa alla riduzione dei costi'. Insomma: le previsioni di incassi sono state ancora sbagliate e ci dovremmo forse aspettare un nuovo buco di bilancio con il consuntivo 2015. Non è la prima volta che i Revisori criticano le proiezioni statistiche adottate dal sovrintendente. Ma sarà colpa dei lavoratori anche stavolta oppure sarà colpa del management incapace di formulare un’offerta culturale adeguata alle aspettative dei melomani?".

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