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M5S, Lega e FI affossano il governo Draghi, il premier dimissionario al Quirinale. Rotta (Pd): «Scelte folli»

L'esecutivo di unità nazionale guidato da Mario Draghi è giunto al capolinea, si avvicinano le elezioni anticipate in autunno

Il voto di fiducia al Senato alla fine è passato, ma con soli 95 voti favorevoli. Numeri che hanno certificato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il governo Draghi è ormai giunto alle sue ultime battute. In una giornata parlamentare sicuramente convulsa, e che Enrico Letta non ha esitato a definire «folle», in realtà che le cose andassero in quella direzione si era ormai capito ben prima della "chiama" ufficiale. L'attenzione avrebbe dovuto essere concentrata sulle scelte dei pentastellati dopo lo strappo sul dl "Aiuti" dello scorso 14 luglio, invece per tutta la giornata di ieri ha tenuto banco un'altra questione, ovvero: che farà il centrodestra di governo, voterà la fiducia a Mario Draghi?

Lega e Forza Italia hanno optato per la non partecipazione al voto in Senato, lasciando parlare in aula Anna Maria Bernini ed il senatore Candiani, con Salvini silenzioso al suo fianco, rimproverando un po' questo e un po' quello al presidente dimissionario Mario Draghi, in breve appoggiando la linea di Giorgia Meloni che, da tempo immemore, vuole le elezioni anticipate e alla fine le ha ottenute. Clamorosa è stata la reazione di Mariastella Gelmini, in Forza Italia da oltre vent'anni e che all'esito della giornata ha comunicato la propria volontà di abbandonare il partito del Cavaliere. Ancor più eclatante è forse pure la notizia dell'uscita da FI di Renato Brunetta, il quale ha affermato: «Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia». Cosa abbiano da guadagnarci Forza Italia e Lega dal voto anticipato è cosa che solo gli italiani, votando, potranno infine rivelare. Cosa invece abbiano da perdere gli italiani con questa più o meno inaspettata crisi di governo estiva e la rinuncia alla figura di Mario Draghi a livello internazionale, saranno i prossimi mesi, naturalmente, a mostrarlo.

Post Facebook di Renato Brunetta - 21 luglio 2022-2

Post Facebook di Renato Brunetta - 21 luglio 2022

La parlamentare veronese del Pd Alessia Rotta ha commentato così, in un post su Facebook, l'evolversi della giornata politica di ieri: «È stata una giornata drammatica per l’Italia. Le scelte di M5S, Lega e Forza Italia sono state folli. Purtroppo, sarà tutto il Paese - i cittadini e le cittadine, a partire da quelli più fragili e più spaventati - a pagare il conto di queste scelte. Chi ha affossato il governo Draghi è andato contro l’Italia. - ha aggiunto la deputata Alessia Rotta - Noi come Partito Democratico siamo orgogliosi di aver messo da parte le bandierine e aver sostenuto con lealtà il governo Draghi. Siamo grati al presidente e al lavoro che ha fatto. Per noi viene prima l’interesse generale, della nazione, a quello di partito. Abbiamo fatto il possibile per convincere i partiti di maggioranza a pensare agli italiani e non alla loro convenienza. Da oggi ci prepariamo alla campagna elettorale. Parleremo agli italiani e il paese giudicherà», ha quindi concluso la dem Alessia Rotta.

Dal canto loro, Lega e Forza Italia avevano presentato una loro risoluzione di fiducia al premier dimissionario, l'unica che avevano fatto sapere di voler votare. Nel testo si leggeva in sostanza che per continuare l'esperienza di governo andassero estromessi i 5 Stelle, ovvero coloro che venivano indicati come i responsabili della frattura dell'originario patto di fiducia che aveva saldato il governo di unità nazionale: «Come ha correttamente sottolineato il presidente Mario Draghi nel corso del suo intervento, - si legge nella nota di Lega e FI - la decisione del Movimento 5 stelle ha rotto il "patto di fiducia" che era alla base del governo di unità nazionale, che pure ha affrontato - con successo ed ha avviato con il nostro leale contributo - gravi emergenze e avviato un lavoro prezioso sul Pnrr. Il centrodestra di governo è disponibile a un "nuovo patto" di governo e continuerà a dare il suo contributo per risolvere i problemi dell’Italia soltanto con un nuovo governo, guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e profondamente rinnovato».

La scelta di non chiamare il Senato ad esprimersi sulla risoluzione del centrodestra, bensì su quella presentata dal senatore Casini che stringatamente si limitava ad approvare le parole udite nei discorsi tenuti da Draghi in aula, è stata infine la mossa che ha prodotto l'irrigidimento finale. Draghi ha in sostanza messo il centrodestra al muro, rifiutando l'idea avanzata di un governo senza M5S e chiedendo una rinnovata piena fiducia, oppure l'altrettanto piena assunzione di responsabilità da parte della Lega e di Forza Italia dello strappo conclusivo. Il partito di Salvini e quello di Berlusconi hanno deciso per la seconda strada.

Draghi a colloquio con Mattarella: governo resta in carica per gli affari correnti

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina, giovedì 21 luglio, al palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, il quale dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il governo «rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti», si legge in una nota ufficiale del Quirinale.

Quirinale - Youtube

Il Quirinale ha fatto sapere inoltre che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al palazzo del Quirinale i presidenti delle Camere, ai sensi dell'art. 88 della Costituzione.

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