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Inchiesta di Report sul Covid in Veneto, sempre acceso lo scontro politico

Zaia riferirà in consiglio regionale, insieme ai tecnici. Il PD teme che questa mossa possa essere uno scaricabarile, mentre la Liga Veneta sostiene il presidente e lo difende dagli attacchi

Fiducia nel direttore generale della sanità veneta Luciano Flor e disponibilità a confrontarsi, insieme ai tecnici, con il consiglio regionale. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha replicato alle polemiche politiche scaturite dall'inchiesta del programma televisivo di Rai 3 Report.
Nel servizio «Il giallo Veneto», sono stati insinuati dubbi sulla gestione della pandemia, soprattutto durante la seconda ondata di contagi da coronavirus avvenuta lo scorso autunno. Nonostante una pressione ospedaliera forte, ad esempio, il Veneto è stato classificato per settimane in zona gialla, godendo così di un regime di restrizioni più blando rispetto alle regioni in zona arancione o in zona rossa. Altro episodio poco chiaro sarebbe poi lo studio del professore Andrea Crisanti sull'efficacia dei test rapidi utilizzati per individuare cittadini potenzialmente infettati dal virus.
Alle forze politiche di opposizioni non è bastata la replica del direttore Flor ed hanno chiesto che il presidente regionale relazionasse sugli elementi messi in luce da Report. Zaia non si è rifiutato e la prossima settimana sarà presente in consiglio regionale, ma intanto ha confermato di non voler sollevare Luciano Flor dal suo incarico.

Dall'altra le minoranze, dentro e fuori dal consiglio regionale, affilano già le armi. Corrado Cortese, portavoce di +Europa Veneto è dell'idea che Zaia abbia «voluto tenere a tutti i costi il Veneto in zona gialla per tutelare il suo elettorato di riferimento fatto di ristoratori e bar. Ma questo ha avuto come conseguenza un numero di decessi molto più elevato del resto del paese. È necessario che Zaia risponda di quello che è successo e lo deve fare da punto di vista politico».
Mentre i consiglieri regionali del Partito Democratico teme che Zaia voglia spostare sul piano tecnico una questione politica. «Il tema non è la disamina tecnica delle procedure in campo sanitario, ma la discussione sulle scelte politiche compiute nei mesi della pandemia - hanno affermato - Non è accettabile lo scaricabarile sulla parte tecnica della Regione. Siamo favorevoli ad ascoltare i tecnici su tutti i temi sollevati dall'inchiesta di Report, ma ovviamente non è sufficiente, perché noi non siamo tecnici».
Di «tentativo del PD di strumentalizzare politicamente il servizio di Report» ha parlato Marco Andreoli della Liga Veneta, il quale difende Zaia. «Al presidente va il mio massimo sostegno - ha detto Andreoli - Sono fiero del lavoro che è stato svolto dalla Regione durante la pandemia e come me la grande maggioranza dei veneti. Vediamo ora se Report farà altre inchieste sulla situazione del comparto sanitario e sulla gestione della pandemia delle ormai poche Regioni di sinistra. Il servizio di Report non riuscirà a gettare ombre sulla sanità veneta, una vera e propria eccellenza a livello nazionale, e non solo. Soprattutto non potrà offuscare il lavoro di tutti coloro che da mesi sono impegnati in prima linea nel combattere questo virus subdolo, di cui non si conosceva nulla. Parlo di infermieri, medici, operatori sanitari che ogni giorno lottano per garantire la nostra salute. A loro va il nostro ringraziamento e il nostro rispetto, a loro le opposizioni dovrebbero chiedere scusa».

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