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Covid-19, Veneto a rischio sanitario alto. «Regione rafforzi terapie intensive»

I consiglieri regionali del Partito Democratico: «Gli investimenti in prevenzione e sui professionisti sono prioritari e non più rimandabili»

«La situazione veneta è grave e la pressione ospedaliera continua a crescere». Lo dicono i consiglieri regionali del Partito Democratico veneto, ma in realtà lo dicono i dati sul coronavirus e, nemmeno tanto indirettamente, lo dice anche il presidente della Regione Luca Zaia.

Il Veneto è l'unica regione classificata a rischio sanitario alto della cabina di regia che monitora l'andamento pandemico in Italia. Ed i pazienti Covid stanno attualmente occupando il 15% dei posti letto di terapia intensiva. «Ma i conti sono fatti sul totale dei posti letto attivabili nello scenario peggiore. Se contiamo esclusivamente i 560 previsti dalle schede, la percentuale è oltre il 26% - hanno dichiarato i consiglieri PD Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, anche a nome dei colleghi Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni - Per questo chiediamo cosa stia facendo la Regione per l'attivazione dei restanti 500 posti letto in termini di personale, considerata la situazione di stress già esistente e che almeno nel breve periodo non è certo destinata a migliorare».

Neanche Zaia infatti vede un miglioramento nel breve periodo, tanto da temere un passaggio in zona arancione dopo quello avvenuto in zona gialla. «Se i tanti soggetti positivi possono essere dovuti anche al maggior numero di tamponi effettuati rispetto ad altre regioni, il dato ospedaliero è quello che preoccupa davvero e le vacanze natalizie rischiano di trasformarsi in un incubo - hanno concluso i consiglieri dem - Gli investimenti in prevenzione e sui professionisti sono prioritari e non più rimandabili. Chiamare eroi i medici non basta più, né a loro né ai cittadini che contemporaneamente si vedono sospese, per l’ennesima volta, le visite ordinarie».

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