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Accordo nella maggioranza di governo per valutare modifica del coprifuoco a maggio

Il coprifuoco potrebbe essere rimosso o i suoi limiti orari modificati dalla metà del prossimo mese, sempre se i dati epidemiologici miglioreranno e le vaccinazioni procedano spedite

Nella giornata di martedì è stato trovato l'accordo nella maggioranza di governo sul coprifuoco e a maggio ci sarà un "tagliando" sui limiti imposti dal cosiddetto decreto-legge "riaperture", in base all'andamento di contagi e alla campagna vaccinale. Se i numeri saranno in miglioramento potrebbe dunque essere modificato il limite delle ore 22, al netto del fatto che ancora oggi, aspettando l'aggiornamento delle Faq ufficiali del governo, si attende di conoscere come vada interpretato tale limite in relazione a cene nei ristoranti e spettacoli.

Ad ogni modo, l'ordine del giorno votato alla Camera da tutte le forze che sostengono il governo, anche dalla Lega pertanto, ha così ribadito ciò che già lo stesso decreto-legge "riaperture" affermava, e cioè che tutte le disposizioni prorogate al 31 luglio contenute nel Dpcm 2 marzo 2021, tra le quali la misura del coprifuoco, potranno essere riviste in base all'andamento dell'epidemia e della campagna di vaccinazione in Italia. Il vero problema è però che tale "accordo" nella maggioranza appare più che altro come una tenue e precaria barriera per difenderne la difficile coesione contro la mozione presentata da Fratelli d'Italia che, chiaro e netto, chiede invece di disporre «nei provvedimenti di prossima emanazione, l'abolizione del coprifuoco». Un'idea che, non serve ribadirlo, trova anzitutto la Lega molto favorevole. 

Alla fine, tuttavia, dal testo votata alla Camera dalle forze di maggioranza emerge una posizione più moderata: nel documento, infatti, si impegna il governo a valutare a maggio, «sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese» con l'ultimo decreto sulle riaperture, «anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento», vale a dire per l'appunto l'orario del coprifuoco. Che le cose siano tutt'altro che risolte all'interno della maggioranza lo dimostrano però le parole dei consiglieri regionali veneti Possamai, Bigon e Zanoni, i quali in una nota affermano: «Definire il coprifuoco e le riaperture una "scelta politica" è una menzogna, buona per la propaganda della Lega che continua nel suo essere "di lotta e di governo", con Salvini spalleggiato dai suoi presidenti di Regione. Lo studio pubblicato oggi sul Corriere della Sera e presentato al Cts, mostra vari scenari di rischio legati alla crescita dell’Rt, evidenziando come un "liberi tutti" potrebbe portare fino a 1.300 vittime al giorno e insiste sulla necessità di non far salire l’Rt nuovamente sopra quota 1, cosa tuttavia probabile in seguito all’allentamento delle restrizioni. Se aprissimo tutto, come vorrebbe Salvini, sarebbe un disastro».

Quello che, evidentemente, sfugge ai consiglieri veneti del Pd è la non provata efficacia, da un punto di vista scientifico, della misura del coprifuoco nel contenimento della diffusione del contagio. Da questo punto di vista il citato studio non prova un bel niente, si limita ad affermare che la decisione di riaprire alcune attività oggi invece che il 12 maggio, verosimilmente, potrebbe costare il doppio dei morti. Nulla afferma sull'efficacia del coprifuoco in se stesso che è, ed è sempre stata, una misura di contenimento della circolazione delle persone, mentre sugli effetti relati alla circolazione del virus è lecito avanzare qualche dubbio, soprattutto con riferimento alle zone gialle. Ha senso oggi che dalle 5 del mattino alle 22 della sera decine di persone possano ritrovarsi sedute nei tavoli di un bar o di un ristorante, senza mascherine alla distanza di un metro, condividendo stuzzichini, aperitivi, pranzi e cene in allegrezza, ma un singolo cittadino alle 22.30 non possa uscire di casa propria, indossando la mascherina, per fare due passi? Lo stesso Sergio Abrignani, componente del Cts, pur essendo contrario a prolungare l'orario del coprifuoco ha ammesso che ad oggi non vi è «alcun dato scientifico su cosa voglia dire tenere i locali un'ora in più aperti», aggiungendo poi però che «è ovvio» si diano più chance al virus di circolare. Ecco, dell'ovvio è anche lecito dubitare se i dati scientifici non ci sono: il dubbio è infatti che una volta deciso di riaprirli i locali, un'ora in più o in meno poco cambi, il problema è invece se non si è forse riaperto troppo presto, ma su questo pare che tutto il governo fosse concorde, pare.

Ad evidenziare invece la componente politica della decisione di difendere il coprifuoco, non senza evidenziare la miopia strategica di tale difesa, è stato Mattero Renzi: «È ovvio - afferma il leader di Italia Viva - che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni andrà tolto o l'orario prolungato». Per il senatore Mattero Renzi, infatti, «regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un "Papeete 2". Pensano, cioè, che provocandolo sul coprifuoco Salvini cada nel tranello e reagisca d'impulso, uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la lezione dell'estate 2019 gli è bastata e avanzata». Idee analoghe sono state espresse anche dal senatore del Partito democratico Andrea Marcucci, il quale afferma: «Sono ampiamente favorevole a mitigare e poi a superare il coprifuoco, a partire da metà maggio sulla base dei dati epidemiologici. Non vogliamo tenere l'Italia chiusa, per questo non servono le strumentalizzazioni di Salvini».

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