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Consorzio Zai, Bertucco: «Si lotta per le nomine e non per ridurne i costi»

Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune: «Nell'ultimo decennio, il Consorzio Zai è diventato un'agenzia immobiliare che ha un milione di euro di costi vivi all'anno solo per consiglio di amministrazione e dirigenti»

Oggi, 23 agosto, in Comune e domani in Provincia di Verona scadranno i termini per la presentazione delle candidature al consiglio di amministrazione del Consorzio Zai. «E quando scatta il rinnovo del cda del Consorzio Zai, si scatena lo scontro nella maggioranza per le nomine - ha commentato il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco - Tutti vogliono essere della partita e contare in questa società. E si sono già accese lotte intestine per la riconferma del presidente Matteo Gasparato». Lotte soprattutto tra la Lega e Verona Domani.

Ma perché tutti vogliono essere nominati nel Consorzio Zai? «Perché il Consorzio Zai è un luogo incantato dove tutti vivono in armonia e dove gli amici non vengono mai dimenticati - è la risposta di Bertucco - Le uniche cose che passano di mente sono le promesse di riforma, di riduzione dei costi e di razionalizzazione. Malgrado la sua natura pubblica, il Consorzio non rientra nella legge di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche dell'ex ministro Madia. L'adeguamento della struttura alla mutata sensibilità dell’opinione pubblica in merito agli investimenti pubblici e alle crescenti ristrettezze delle finanze pubbliche viene quindi rimesso interamente alla buona volontà e alla sensibilità dei soci e degli amministratori. E infatti il Consorzio Zai rimane l'ultima ridotta della Prima Repubblica ma anche il "buen retiro" di molti politici».

Inoltre, per Bertucco, i problemi del Consorzio Zai non si esauriscono nella lotta per le nomine. Anche l'attività dell'ente è criticabile, attività che «si concretizza nell'amministrare le aree già affittate dell'interporto e nel trovare affittuari per quelle vuote della Marangona, la grande area dell'innovazione di Verona», ha spiegato il consigliere comunale, che cita come esempio il lotto assegnato all'impresa di logistica Vgp Italy, lotto dove sarebbe dovuto nascere il Parco Scientifico dell'Innovazione.
«Per gestire l'allocazione dei terreni - ha concluso Bertucco - il Consorzio presenta un poco invidiabile rapporto di uno a sette tra dirigenti e dipendenti, vale a dire che per i venti dipendenti (per la precisione 16 impiegati e un quadro) ci sono ben tre dirigenti: un direttore da oltre 93mila euro l'anno, un vice e un responsabile tecnico da rispettivamente 71 e 87mila euro netti all’anno. Il costo totale del management comprensivo di contributi Inps ammonta alla bella cifra di 430mila euro all’anno. Il consiglio di amministrazione del Consorzio Zai non è stato toccato dalla mannaia che si è abbattuta su tutti i cda di tutte le altre aziende partecipate del Comune di Verona e resta pertanto composto da ben nove componenti i cui compensi variano dai 45.589 euro netti annui del presidente ai 26-27 mila euro annui netti dei componenti. Sommando il tutto fanno altri 500mila euro di spesa solo per il consiglio di amministrazione. Un milioncino di euro di costi vivi all’anno, tra consiglio di amministrazione e dirigenti solo per gestire il patrimonio del Consorzio che è fatto per lo più di terreni. Nell'ultimo decennio il Consorzio Zai è diventato un'agenzia immobiliare e non è più il volano dello sviluppo della logistica veronese, nazionale e internazionale».

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