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Politica

Consorzi turistici, i fondi sono pochi

Come interpretare il taglio dei fondi ai consorzi turistici?

Lo scorso venerdì sono stato al convegno organizzato dal Banco Popolare sui prodotti finanziari messi a punto dall'istituto per il settore turistico alberghiero e mi hanno colpito alcuni interventi interessanti dei relatori presenti. Da parte dei politici, il loro discorrere su aspirazioni e auspici legati all'approvazione della legge di riforma del Testo unico regionale (n.33/2002); e da parte del dirigente del settore Turismo della  Regione Paolo Rosso, la relazione sull'indirizzo che sta perseguendo l'Assessorato nell'ultimo scorcio di legislatura.

Premesso che ritengo difficile che la nuova legge possa vedere la luce prima delle elezioni, visti gli equilibri nella maggioranza regionale, ho percepito una vena di incoerenza tra quanto illustrato da Rosso e quanto invece confermato dai fatti e dalle disposizioni dirigenziali. Nei principi base, le imprese vengono considerate un attore imprescindibile nel disegnare e mettere in pratica le strategie promozionali della Regione; nei fatti, invece, le organizzazioni esistenti, contenitori trasversali di tutti gli operatori turistici e che travalicano le  specializzazioni delle varie aree (ricettivo, servizi per gli affari, servizi per il tempo libero, pubblici esercizi), tutti riuniti nei Consorzi di promozione turistica, vengono messi regolarmente in difficoltà in virtù di un sistematico strangolamento finanziario che ne paralizzerà l'operatività.  Come interpretare la riduzione del 35% dei fondi trasferiti alla disponibilità dei consorzi per il 2009? A parità di ripartizione del bilancio regionale al capitolo del Turismo? Gli indizi sono parecchi, ad una replica degli interessati fugarne le conclusioni.

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