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Regione Veneto sostiene Progetto Melken per prevenire predazioni dei lupi

Approvato il provvedimento del vicepresidente del consiglio regionale, il leghista Nicola Finco che però precisa: «Rimango a favore degli abbattimenti». A favore del Progetto Melken anche PD ed Europa Verde

Il leghista Nicola Finco, vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, durante la sessione dedicata al bilancio di previsione della Regione ha presentato un ordine del giorno a sostegno del Progetto Melken; un progetto di tutela degli animali di allevamento, realizzato in collaborazione con l'Università di Padova, presentato a giugno ma non ancora autorizzato né finanziato. Il provvedimento è stato approvato, impegnando così la giunta regionale ad appoggiare il progetto.

L'ordine del giorno è passato anche con i voti della minoranza, che ha interpretato questa iniziativa di Finco come una "svolta animalista" perché non include l'abbattimento dei lupi come mezzo di prevenzione alle predazioni subite dagli allevatori. «Meglio la scienza delle pallottole, meglio la prevenzione degli abbattimenti - ha dichiarato Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico - È quello che si doveva fare sin dalle prime avvisaglie sull’arrivo dei lupi nella nostra regione, agire sul fronte della prevenzione in modo che i nostri allevatori non dovessero subire predazioni. Questa proposta arriva nel 2021, è tardiva, ma sicuramente utile. Peccato non essere partiti prima».
«Anche io sostengo un approccio scientifico e se ci fossimo mossi prima forse avremmo potuto salvare diversi capi - ha aggiunto la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda - Gli attacchi agli allevamenti e alle malghe da parte dei lupi costituiscono senza dubbio un problema, ma patiamo soprattutto un sistema di prevenzione e risarcimento sbagliati nell’impostazione e nella applicazione. E il progetto Melken si basa essenzialmente sulla prevenzione. Abbiamo perso molto tempo parlando semplicemente di fucili quale panacea per gli attacchi alle malghe, senza però renderci conto che l'abbattimento dei lupi non può essere selettivo, poiché ogni singolo individuo del branco ricopre un ruolo preciso. Con l’abbattimento di un individuo si rischia la frantumazione del branco andando a crearne di nuovi. Dobbiamo invece potenziare le politiche di prevenzione introducendo più strumenti contemporaneamente: dalle recinzioni elettriche alla sorveglianza attiva nelle ore notturne. È vero che la presenza dei lupi nella nostra regione è sensibilmente incrementata, tuttavia diminuendone la presenza non risolviamo il problema degli attacchi. Fatichiamo a renderci conto che è il depauperamento degli habitat naturali, per opera dell’uomo, a causare le sempre più frequenti incursioni di lupi e di altri predatori. La tutela delle malghe e degli animali d’allevamento passa quindi attraverso le politiche di conservazione degli habitat naturali, il controllo della caccia e l’arresto dell’eccessiva cementificazione».

Ma di fronte a queste interpretazioni, il consigliere Finco ha voluto precisare: «Le mie idee in tema di contenimento del lupo non sono assolutamente cambiate. Sono sempre convinto che la reintroduzione di questo grande carnivoro sulle nostre montagne ha provocato, e continua a farlo tuttora, grandi danni ai pastori che, con tanta fatica, portano avanti un’attività essenziale per la nostra economia. E sono ancora convinto che il Governo debba adottare un piano serio di contenimento e abbattimento degli esemplari più pericolosi. Nell’attesa che questo avvenga, è necessario mettere in atto tutti gli strumenti e i progetti per limitare i danni provocati dai grandi predatori tra cui il progetto Melken. Questo progetto ha una durata di cinque anni e prevede il coinvolgimento di 5 malghe e 17 partner, tra cui la Regione, per un costo stimato di circa 150mila euro suddivisi tra Regione e Università di Padova. Tre i punti principali del progetto: innanzitutto la tutela e la protezione, soprattutto durante le ore notturne, del patrimonio zootecnico bovino alpeggiato di età non superiore ai 15-18 mesi: è proprio questa infatti la fascia di bestiame più soggetta (circa il 70%) alla predazione. Si prevede quindi la predisposizione di recinzioni elettrificate a tutela dalle aggressioni notturne, garantendo, al contempo, il rispetto delle tecniche tradizionali di gestione del pascolo e di lavorazione del latte. Il secondo obiettivo sarà l’analisi degli effetti sulle caratteristiche del pascolo dovuti al pernottamento degli animali giovani dentro i recinti, attraverso un approfondimento portato avanti dall’Università di Padova. Infine, l’analisi delle modifiche delle modalità di pascolamento conseguenti alla presenza del lupo in malghe con e senza recinti per il ricovero notturno dei giovani bovini. Un progetto quindi ambizioso che, in quanto sperimentale, potrà essere modificato in corso d’opera».

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