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Primo passo verso i futuri interventi urbanistici programmati a Verona

Il consiglio comunale ha approvato il «Documento del sindaco» sulla pianificazione urbanistica strategica e operativa per gli anni dal 2020, 2021 e 2022

Con 24 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti, il consiglio comunale di Verona ha approvato il «Documento del sindaco» sulla pianificazione urbanistica strategica e operativa per gli anni 2020, 2021 e 2022. È l'atto amministrativo iniziale per dar vita ad una variante che dovrebbe disegnare lo sviluppo urbano di Verona nei prossimi vent'anni.

La delibera è stata illustrata all'aula dall'assessore all'urbanistica Ilaria Segala. Attraverso il nuovo strumento urbanistico, senza il consumo di nuovo suolo, si punta alla realizzazione di piazze, edifici residenziali e uffici di nuova concezione, spazi per gli anziani e luoghi di aggregazione per tutti i quartieri. La pianificazione sarà caratterizzata da minor consumo del suolo, dalla rigenerazione urbana, dal recupero delle aree dismesse e dalla tutela del verde.

GLI OBIETTIVI

Contenimento del consumo del suolo, ovvero limitare le nuove costruzioni, a vantaggio del recupero delle esistenti. Una scelta in linea con la normativa regionale che parte dalla riorganizzazione e dalla riqualificazione del tessuto insediativo esistente per lo sviluppo urbano.
Rigenerazione urbana, che sarà alla base della pianificazione urbanistica dell'amministrazione, da applicare negli ambiti urbani degradati. Laddove per degrado non si intende solo quello edilizio, ma anche quello socio-economico ed ambientale.
Recupero aree dismesse. In linea con il contenimento del consumo del suolo, si punta a dare nuova vita a fabbricati dismessi o utilizzati sono in parte, edifici di varia natura disseminati su tutto il territorio. Sono i cosiddetti «Vuoti a rendere», oggetto nei mesi scorsi di una campagna di indagine in cui l'amministrazione ha coinvolto associazioni di categoria, ordini professionali e investitori.

Gli interventi di riqualificazione urbana possono essere attuati mediante Piani urbanistici attuativi e comparti o Permessi di costruire convenzionati. Cinque le fasi previste per dare corso al procedimento tecnico amministrativo, che si concluderà a metà 2021. Dopo l'approvazione della giunta e la prima approvazione in consiglio comunale, partirà ora la fase della concertazione per l'individuazione degli ambiti degradati, con incontri e confronti con i portatore di interesse, le associazioni di categoria ed anche con i cittadini. Stabiliti gli ambiti di degrado su cui intervenire, ne verrà affidata la coprogettazione. Quindi si arriverà alla redazione vera e propria della variante ed ai successivi passaggi di valutazione fino all'adozione finale sempre in consiglio comunale.
Ancora una volta viene scelto il confronto e la partecipazione della cittadinanza, che sarà coinvolta con lo strumento del GeoBLOG/questionario e con l'attività dell'ArsLab.

I COMMENTI

«Il comune, quale precondizione per programmare interventi di nuova urbanizzazione - ha spiegato l'assessore Segala - deve preliminarmente verificare le possibilità di riorganizzazione e riqualificazione del tessuto esistente. Dalla Zai storica fino a Montorio, non c'è quartiere in cui non siano presenti ex aree industriali o produttive in stato di abbandono o degrado, che hanno bisogno di nuova identità per integrarsi con il tessuto circostante. Il percorso intrapreso, rispetto alle varianti precedenti, va nella direzione del recupero di questi spazi, senza ulteriori consumi di suolo, come previsto dalla legge. Oggi lo sviluppo cittadino si realizza andando a riqualificare gli edifici dismessi e le zone degradate. Agiremo quindi in tutti i quartieri, nessuno escluso. La scelta è di intervenire complessivamente su tutto il territorio con una specifica variante di riconversione degli spazi degradati della città».
«Si tratta - ha aggiunto il sindaco Federico Sboarina - di un documento che detta le linee d'indirizzo sulle quali saranno strutturati, nella specifica variante, i futuri interventi urbanistici programmati sulla città».
Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune ha dichiarato: «Un documento del sindaco che nella sostanza non dà molti spunti su cui ragionare. La delibera doveva essere meglio articolata, invece non c’è nulla. Una variante che decide di non decidere. In ambito urbanistico vengono confermati tutti i contenuti della Variante 23, senza effettivi interventi in ambito ambientale».
Stefano Vallani del Partito Democratico, nel suo intervento in aula, ha detto che il documento del sindaco «non ha dato la possibilità di comprendere bene la visione futura della città. Una mancanza che non ci consente di condividere un percorso urbanistico poco partecipativo».
Con Marta Vanzetto, il Movimento 5 Stelle è intervenuto dicendo: «Un documento che dimostra tutta l'invisibilità dell'attuale sindaco e la forza della passata amministrazione. È stato tradito il mandato elettorale, con una delibera che non presenta nulla di nuovi rispetto alla Variante 23 di Tosi».
Dalla maggioranza, Marco Zandomenegli di Verona Domani ha commentato:«Ci auguriamo sia dato modo ai consiglieri di esprimersi in merito al documento di variante. È importante la velocità con la quale si intende procedere, servono risposte urgenti ad un tessuto economico in difficoltà. Spero sia portato avanti un piano urbanistico che concretizzi una svolta effettiva agli interventi e alla necessità di un uso più conservativo e attento del territorio».
Non del tutto soddisfatto invece il consigliere di minoranza ​Tommaso Ferrari di Traguardi Verona): «Benissimo una variante urbanistica per la rigenerazione urbana e il miglioramento del verde, serve però anche una pianificazione di come dovranno tornare a vivere gli ambiti degradati. Bisogna costruire una visione della città futura, che non accontenti gli appetiti del mercato, ma le richieste dei cittadini».
E infine Paola Bressan di Battiti per Verona ha ringraziato ha difeso il provvedimento poi approvato: «Non è assolutamente un documento generico. Il problema è che alcuni consiglieri non sono in grado di accettare il nostro operato, che prevede il coinvolgimento della cittadinanza e il confronto con le categorie e da qui decisioni che tengono conto anche della loro opinione».

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