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Congresso Mondiale delle Famiglie, PD: «Diritti civili da rilanciare»

Le contromanifestazioni all'evento del prossimo fine settimana vogliono essere un punto di partenza. Civati: «Parta da Verona la costruzione di un cambiamento che metta al centro le donne, l'ecologia e i diritti»

Ad accuse vergognose risponderemo con una festa perché senza famiglia non c'è futuro per la società.

Non sarebbe fisicamente possibile per gli organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie rispondere ad ogni singolo attacco rivolto all'evento che si svolgerà a Verona il prossimo week-end. Così, la loro comunicazione continua a basarsi su messaggi positivi e sul bollare come "fake news" tutte le notizie negative che circolano attorno al Congresso e ai suoi ospiti.
Insomma, coloro che parteciperanno al forum in Gran Guardia e alle sue manifestazioni collaterali tengono la posizione e sfruttano il riflesso della forza degli oppositori per mostrare la loro.

E gli oppositori non sono pochi. Tra quelli che attaccano direttamente il Congresso e quelli che lo criticano in maniera più moderata c'è l'imbarazzo della scelta. Anche all'interno della galassia cattolica c'è chi non gradisce le modalità scelte per discutere di un tema come quello della famiglia. E le contromanifestazioni si moltiplicano.

«È necessaria una mobilitazione, una risposta che deve partire da Verona e che deve proseguire nella costruzione di una visione alternativa, un cambiamento che metta al centro le donne, l'ecologia e i diritti», ha dichiarato Giuseppe Civati di Possibile. Ma più che di mobilitazione è più corretto parlare di mobilitazioni, perché di manifestazioni contrarie al Congresso Mondiale delle Famiglie ce n'è ormai una per colore. Il Partito Democratico nazionale, infatti, ha aderito alla manifestazione di sabato 30 marzo indetta da Cgil, Cisl, Uil di Verona​, dal movimento civico ​Traguardi​, dal gruppo ​Donne Democratiche e dalle associazioni ​Telefono Rosa di Verona​, ​Isolina e…​, ​Il Melograno​, ​Il Filo di Arianna e ​Aied.

Questa adesione non vuol essere un atto dovuto o una semplice testimonianza di vicinanza, ma l'inizio di un percorso attivo di rilancio dei diritti civili - fanno sapere dal PD - Salutiamo dunque con favore il manifesto per gli Stati Generali delle Donne lanciato da sindacati e associazioni e ringraziamo i docenti e i ricercatori dell'università di Verona per la presa di posizione assunta.
Affermiamo con forza che i modelli di vita e la libertà affettiva non possono essere omologati, né si può pretendere che lo Stato e tanto meno una presunta organizzazione mondiale per la famiglia possa determinare queste scelte. Condanniamo tutte quelle posizioni che disprezzano i diversi orientamenti sessuali e la libertà affettiva; che non comprendono le fatiche delle donne e le relegano all'esclusivo ruolo di madri e mogli, nonché l'idea stessa che la donna debba dedicarsi esclusivamente alla funzione riproduttiva ed educativa per sostenere la natalità.
Serve una presa di coscienza forte e significative iniziative legislative a tutti i livelli.

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