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Sboarina chiede a Tommasi un confronto pubblico sui temi concreti della città: «Scelga lui luogo e moderatore»

A pochi giorni dal ballottaggio che deciderà chi sarà il prossimo sindaco di Verona, arriva la proposta di un confronto pubblico «per consentire ai veronesi di votare in modo più consapevole»

La data clou di domenica 26 giugno è oramai vicinissima e, complici le temperature elevate di questi giorni, anche il clima politico si fa sempre più caldo. La sfida al ballottaggio tra il sindaco uscente Federico Sboarina e il volto nuovo della politica scaligera, l'ex calciatore di Hellas Verona, Roma e naturalmente dell'Italia, Damiano Tommasi, ha ormai da tempo conquistato a pieno titolo anche la ribalta nazionale. Sono in molti, infatti, ad interessarsi alla competizione elettorale nel capoluogo veronese, anzitutto poiché per la prima volta dopo tanti anni, un ventennio per l'esattezza, il centrosinistra appare in grado di fare sul serio in una città che, tradizionalmente, è sempre stata amministrata dal centrodestra.

In secondo luogo, le elezioni veronesi, come ormai assodato, sono diventate il laboratorio politico delle divisioni nel centrodestra nazionale: sino alla fine, con una scelta tanto coraggiosa quanto politicamente rischiosa, il sindaco uscente Federico Sboarina ha preferito rinunciare all'apparentamento formale con Flavio Tosi e Forza Itallia in vista del secondo turno, contando di potercela fare ugualmente con le proprie sole forze, ovvero quelle dei due principali partiti che lo sostengono (Fratelli d'Italia, cui Sboarina è iscritto, e la Lega), oltre naturalmente alle altre liste civiche della coalizione. Lo stesso sindaco uscente ha quindi lanciato un appello esplicito all'elettorato tosiano che, più o meno, suona così: cari tosiani, siamo un'unica famiglia di centrodestra anche se non ci siamo "apparentati", il 26 giugno votate me perché, altrimenti, Verona svolterebbe a sinistra e sarebbe un grosso guaio.

Il sindaco uscente Federico Sboarina è tornato a ribadire il concetto anche con un breve post su Facebook nel quale si legge: «Verona ha entusiasmo e orgoglio. Verona non tornerà indietro al 2002-2007, non tornerà ad essere guidata dalla sinistra + 5 Stelle, Verona ricorda ancora i disastri di quegli anni, dai campi rom ai clandestini passando per i venditori abusivi persino in via Mazzini e piazza Bra». Insomma, la strategia del sindaco uscente di Fratelli d'Italia appare chiara nel rivolgersi agli elettori: o scegliete me e quindi la tradizione politica, culturale e sociale della destra veronese, oppure vi aspettano cinque anni di guai. Quasi come rompere uno specchio. In sintesi: scegliete me, per non scegliere loro. L'incognita, evidentemente, è se questo ragionamento avrà o meno sufficiente presa sull'elettorato tosiano. 

Dal canto suo, lo sfidante Damiano Tommasi, finora non pare aver mai voluto rispondere direttamente agli attacchi più o meno diretti ricevuti dal sindaco uscente, nemmeno quando Sboarina lo ha definito «teleguidato dai parlamentari del Pd, da ciò che rimane del Movimento 5 Stelle e da una sinistra ideologica al cui interno c’è tutto e il contrario di tutto», oppure quando gli ha rinfacciato di «non essere mai entrato in un Consiglio comunale» e di non sapere nemmeno «cosa sia una delibera di giunta». Sarà che in fondo le due accuse si annullano a vicenda, essendo che proprio i parlamentari dem o gli stessi veterani di palazzo Barbieri, tra i quali il primatista delle preferenze Federico Benini, potrebbero, al bisogno, eventualmente chiarire a Tommasi la prassi amministrativa della macchina comunale, sarà che più semplicemente fa parte della sua natura, in ogni caso sta di fatto che il buon Damiano ha preferito fin qui condurre la sua campagna elettorale tra la gente, evitando di rispondere agli avversari, organizzando passeggiate nelle circoscrizioni, partitelle di calcetto e beach volley, insomma incontrando ed ascoltando le persone, quei cittadini cui domenica toccherà di scegliere il sindaco di Verona per i prossimi cinque anni.

Nel frattempo, forse proprio per stanare Damiano Tommasi dalla sua campagna elettorale caratterizzata da una fiera compassatezza, il sindaco uscente Federico Sboarina ha sfoderato nelle ultime ore una nuova mossa, un colpo ad effetto che a pochi giorni dal ballottaggio potrebbe risultare decisivo. Sboarina ha ufficialmente invitato Damiano Tommasi a un confronto pubblico, ma guai a chiamarla sfida: «Nessun duello. - si legge in una nota ufficiale - Il sindaco di Verona Federico Sboarina invita il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi a un confronto pubblico sui temi concreti della città. Questo per consentire ai veronesi di votare domenica in modo più consapevole. A Tommasi la scelta del luogo, dell'orario e anche del moderatore».

Al primo turno, lo si ricorderà facilmente, era stato Flavio Tosi a sfidare, lì sì davvero a "duello" con tanto di lancio dell'iconico guantone, il sindaco uscente Sboarina che però aveva rifiutato l'offerta. Oggi, invece, ad essere chiamato in causa proprio da Federico Sboarina è Damiano Tommasi, dal quale si attende ora di comprendere se sceglierà di accettare il confronto pubblico con il sindaco uscente, o se al contrario preferirà declinare l'invito. 

AGGIORNAMENTO - L'affondo di Flavio Tosi e la replica di Damiano Tommasi: «Io ho sempre partecipato ai confronti, ce n'è uno giovedì»

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