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"Defend Europe" a Cerea, il sindaco Franzoni respinge le accuse: «Solo un concerto rock»

Parla di «processo alle intenzioni» e di «linea della sinistra promossa dalla stampa locale» il sindaco Marco Franzoni, replicando a quanti sostengono che nel suo Comune si sia svolto alla vigilia di Pasqua un «presunto raduno di nazi-fascisti provenienti da tutta Europa»

«Processo alle intenzioni avviato. Condannati senza appello gli organizzatori del concerto, e di conseguenza coloro che hanno permesso, affittando gli spazi, che si tenesse questo evento: il Presidente Area Exp e il sottoscritto Sindaco di Cerea. L’oggetto della polemica è il presunto raduno di nazi-fascisti provenienti da tutta Europa, tenutosi in Area Exp. Questa è la linea dettata dalla sinistra ceretana e promossa dalla stampa locale». Inizia così la lunga nota siglata dal primo cittadino di Cerea Marco Franzoni, il quale ha voluto precisare la posizione dell'amministrazione comunale, in merito al contestato evento "Defend Europe" che si è svolto la sera della vigilia di Pasqua.

La linea del sindaco Franzoni è ben presto riassunta: all'AreaExp non è affatto andato in scena un «raduno di nazi-fascisti da tutta Europa» come alcuni gruppi consiliari d'opposizione sostengono, bensì un semplice concerto rock promosso da un'associazione culturale, RockAForte di Salizzole, rispettando i termini di legge, pagando regolare affitto e senza arrecare danni agli ambienti utilizzati. «L’organizzatore della serata è l’associazione culturale RockAForte di Salizzole - ha spiegato Marco Franzoni - che mesi fa ha chiesto alla Fabbrica le date disponibili per affitto spazi di un padiglione per uso concerto (non comizi o propaganda varia). Un concerto tra l’altro non aperto al pubblico bensì ad invito degli stessi organizzatori (questa la risposta a qualcuno che si chiedeva perché non fosse pubblicizzato)».

Tra chi ha attaccato l'iniziativa, annunciando anche un'interrogazione parlamentare come nel caso della deputata Pd Alessia Rotta, in molti hanno sottolineato la concomitanza singolare dell'evento con la ricorrenza del "compleanno" di Adolf Hitler, per l'appunto nato il 20 aprile del 1889. Smentita già nell'immediato dai partecipanti, tale interpretazione è stata nuovamente bollata di falsità anche dall'esponente della Lega e sindaco di Cerea Marco Franzoni, il quale ha parlato esplicitamente di «polverone politico "a prescindere", abilmente sollevato dalla sinistra ceretana che tira in ballo compleanni di dittatori, ideologie già sconfitte dalla storia, o testi di canzoni che nemmeno avranno ascoltato». Insomma, nulla a che vedere con il nazismo, bensì semplicemente un concerto musicale come un altro che voleva soltanto promuovere la «difesa dell'Europa», di qui il titolo dell'evento "Defend Europe", e nella fattispecie la cosiddetta «Europa dei popoli» in contrasto con quella dei «tecnocrati». Sul tema, il sindaco Franzoni si è espresso così: «Si sono esibite più band rock attorno un unico messaggio che ha caratterizzato l’evento: "Defend Europe", come volontà di riconoscersi in un’Europa dei popoli contro un'Europa tecnocratica, della finanza e governata da poteri forti non eletti. Da destra a sinistra, a sinistra a destra, in Area Exp e in generale negli spazi pubblici del nostro Comune - ha poi concluso Franzoni - si è sempre dato spazio alle più diverse e opposte espressioni culturali, politiche e sociali. Questo è ciò che continueremo a fare, nel rispetto di tutte le leggi e di tutte le democratiche sensibilità». 

Una presa di distanza da tali spiegazioni, tuttavia, è stata avanzata in queste ore dal parlamentare veronese del Partito democratico Vincenzo D'Arienzo, il quale ha apertamente puntato il dito contro il primo cittadino Marco Franzoni: «A Cerea è stato superato ogni limite accettabile. - si legge in una nota siglata dal'On. D'Arienzo - Il sindaco ha offerto cittadinanza ad una manifestazione per ricordare un criminale, dittatore e sanguinario condannato dalla storia. Secondo quel sindaco, il raduno di nazisti europei, le manifestazioni di odio razziale e le pulsioni dittatoriali sono "opposte espressioni culturali e politiche" e "democratiche sensibilità". Opposte, dice lui, immagino alla democrazia ed alla libertà. Come se - conclude l'esponente del Pd D'Arienzo - ci fosse paragone tra le due cose che quello scienziato della storia pone sullo stesso piano». 

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