rotate-mobile
Politica Borgo Trento / Via Goffredo Mameli

Il Comune s'interroga sul Traforo e intanto piovono gli attacchi dei contrari all'opera

L'Amministrazione comunale valuta la nuova proposta di Techinital e intanto valuta anche l'ipotesi di rispolverare una vecchia idea come la Mediana. Intanto però il Comitato Antitraforo fa sentire la propria voce

La questione Traforo continua a tenere banco in Comune a Verona. In questi giorni il sindaco Tosi ha rimandato alla prossima settimana la decisione sulla nuova proposta di Technical, ma, stando a quanto afferma il quotidiano L'Arena, si parla anche della possibilità di rispolverare vecchi progetti come la Mediana. 
La nuova proposta di project financing lanciata dall'azienda vede una prima fase, con una sola galleria a due sensi di marcia e il traffico vietato ai camion e con pedaggio più alto. Nella seconda verrebbe realizzata l'altra canna e le opere compensative, con l'accesso libero anche per i mezzi pesanti. 
Sembra abbastanza improbabile che l'amministrazione comunale decida di abbandonare il progetto, ma proprio al giornale L'Arena, il sindaco qualche giorno fa aveva confessato che nell'ambito della Tav, Verona potrebbe avere come compensazione qualche decina di milioni per opere pubbliche, in particolare strade ad altro scorrimento. Ecco quindi che si ripresenta l'idea della Mediana, anche in questo caso in due fasi: la prima, la più realizzabile, un tratto stradale che da Basso Acquar porti a Borgo Trieste, passando per la zona di Riva Acciaio; la seconda, decisamente più impegnativa, sempre da Basso Acquar dovrebbe arrivare questa volta fino allo alla bretella T4 dello stadio e Verona nord (in questo caso però  è previsto un tunnel sotto il nodo ferroviario di Porta Nuova). Ovviamente entrambe le opere verrebbero accompagnate da opere compensative. 

Ma tornando al Traforo, non accennano a placarsi le polemiche intorno all'opera. Alberto Sperotto, portavoce del Comitato di cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle "Tonino Sergi", parla di "Avanzi di fallimento":

"Dovevano transitare 22 milioni di mezzi (auto e camion) all'anno, avere un pedaggio ridotto per i residenti, essere a quattro corsie – 2 per senso di marcia – avere un parcheggio scambiatore e una foresteria ad uso e consumo dell'ospedale e del filobus, piste ciclabili per ammirarne la bellezza e tante altri "utili" accorgimenti. Il 6 marzo 2013 con la determina n. 978, il dirigente alla mobilità, Ing. Zanoni, procede, secondo quanto stabilito dalla delibera di giunta n. 54 del 27 febbraio 2013, all'aggiudicazione definitiva della concessione all'associazione di imprese con capofila Technital. Sono trascorsi 28 mesi da allora, per cosa? Sono problemi di burocrazia o di incapacità di leggere la realtà in cui il progetto era stato forzatamente inserito? Con questa nuova proposta, è la terza volta che Technital dice al Comune – in forma da questo mai pubblicizzata – che il progetto non regge e che occorre aumentare le tariffe, ridurre le opere, incassare soldi pubblici (53 milioni di euro di Serenissima) a fondo perduto, rivedere le tempistiche, ripensare alla cantierizzazione. L'aumento delle tariffe del 25% era già stato ventilato nel 2013, qualche mese dopo che l'A.D. di Technital, ing. Raccosta, aveva dichiarato che non "esistevano" problemi sui flussi di traffico. Ma se non c'è traffico che ne sorregga il senso, non c'era prima e non c'è oggi, nessun privato vuole impegnare i suoi soldi su questo progetto perché non remunerativo del capitale impiegato, nessuna opera di compensazione è in grado di attenuare il danno economico e ambientale prodotto dall'opera, come può il comune sostenere ancora il suo "pubblico interesse"? Come è possibile stravolgere un progetto e allo stesso tempo dire che è lo stesso? Il "potenziale" concessionario dice che l'opera, così smembrata e dimezzata, costerà per la realizzazione della prima fase circa 400 milioni di euro. Il vecchio progetto, quello aggiudicato, comprensivo di doppia galleria per complessive 4 corsie illuminate a giorno, filtri anti polveri sottili, asfalti antiparticolato, barriere antirumore, parcheggi scambiatori, parcheggi per camion, alberghi, foresteria, fastfood, auditorium, ponti panoramici sulla città costava 455 milioni di euro. Qui, la nostra capacità di comprendere si arrende".

Infine, Michele Bertucco, capogruppo del Pd veronese, vede l'opera come un "grande bluff": 

Una cosa ormai è chiara: il traforo non piace più a nessuno perché non incontra più le aspettative dei cittadini e delle imprese. Gravi sono le responsabilità politiche e i danni provocati da coloro che per otto anni hanno illuso gli uni e le altre sulla fattibilità di questo progetto. Si potrebbe scrivere un romanzo soltanto mettendo insieme gli innumerevoli annunci di partenza dei lavori e di fine del procedimento fatti pervenire dal sindaco Tosi e dall'ex assessore alla mobilità Corsi. La verità è che il grande bluff, costato tantissimo anche in termini di tempo fatto perdere agli uffici comunali, è stato scoperchiato dalle banche stesse, che hanno rifiutato di avvallare un progetto insostenibile. L'auspicio è che Sindaco e Giunta siano così responsabili da impiegare questi ultimi due anni che gli rimangono non per peggiorare ulteriormente le cose ma per mettere a punto soluzioni viabilistiche veramente utili per la città. Su questo impegno siamo pronti a dare il nostro contributo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Comune s'interroga sul Traforo e intanto piovono gli attacchi dei contrari all'opera

VeronaSera è in caricamento