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Europa propone certificati green per grandi allevamenti, Zaia e Lega: «Basta burocrazia»

Le strutture con più di 150 bovini da latte dovranno ottenere delle particolari autorizzazioni ambientali. Il presidente del Veneto: «Così non puntano all'autonomia alimentare». Presentata interrogazione al ministro Patuanelli

Regione Veneto e Lega contro la nuova proposta della Commissione Europea di modificare la direttiva sulle emissioni inquinanti prodotte dalle attività industriali. Il presidente della Regione Luca Zaia ha espresso la propria disapprovazione ed alcuni senatori leghisti, tra cui il veronese Cristiano Zuliani, hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'agricoltura Stefano Patuanelli.

Ieri, 5 aprile, la Commissione Europea ha reso nota la volontà di rivedere la normativa che impone agli impianti industriali che inquinano di più di avere particolari autorizzazioni ambientali. La proposta amplierebbe il gruppo di attività economiche, includendo gli allevamenti con oltre 150 bovini da latte. Inoltre, sarebbe abbassato anche il numero di suini e avicoli allevabili senza certificazioni ambientali.

Per alcuni allevatori potrebbero dunque aumentare gli oneri burocratici e questo Zaia non lo può accettare: «Invece di portare avanti provvedimenti che puntano all'autonomia alimentare, la Commissione Europea sbaglia direzione e introduce nuovi ostacoli per gli agricoltori - ha detto il presidente del Veneto - L'escalation dei prezzi delle granaglie e dell’energia, figlia di una speculazione incontrollata, e questo maledetto conflitto in Ucraina, stanno mettendo in ginocchio interi settori produttivi. Giusto pensare a ridurre le emissioni, ma in guerra le priorità sono altre. Se passassero certe proposte, il mondo dell'allevamento potrebbe non farcela. Già in molti allevamenti si lavora sottocosto, se ora gli imprenditori agricoli dovranno stare attenti a controllare le emissioni dei loro capi, allora possiamo stare tranquilli che la crisi energetica diventerà sicuramente anche alimentare. I provvedimenti ideologici non hanno mai risolto nulla, insistere su questa strada è un danno per tutti: allevatori e consumatori. Speriamo che il Governo intervenga e che in Europa si faccia marcia indietro».

E a stimolare direttamente il Governo ci hanno pensato i senatori della Lega che fanno parte della commissione agricoltura, Gianpaolo Vallardi, Giorgio Maria Bergesio, Cristiano Zuliani e Nadia Pizzol. Insieme hanno presentato un'interrogazione al ministro Patuanelli ed hanno dichiarato: «L'Europa continua a voler imporre assurdità burocratiche che danneggiano le nostre filiere produttive. L'ultima direttiva obbligherà i pastori a dotarsi di certificato green a garanzia di emissioni inesistenti. L'aumento dei costi dei fattori produttivi implica già reali difficoltà per la maggior parte degli allevamenti italiani. È necessario tenere in considerazione i mutati scenari. Basta burocrazia. L'Europa non deve indebolire il sistema di qualità italiano riconosciuto in tutto il mondo e, anzi, deve difenderlo. Come Lega abbiamo chiesto al ministro dell'agricoltura di aprire immediatamente un dialogo con le competenti istituzioni europee affinché vengano riconosciuti gli standard di sicurezza, sostenibilità e qualità delle produzioni italiane, e di adottare una strategia condivisa. Nell'agenda di Bruxelles, in un momento storico di totale instabilità dettato dal conflitto in Ucraina, deve essere strategico e non più rinviabile l'obiettivo della autosufficienza alimentare e del riconoscimento del Made in Italy».

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